Giovedì 12 Dicembre 2024
VIVIANA PONCHIA
Cronaca

Solitudine digitale, giovani senza amici ’reali’: uno su quattro non ne ha

Secondo uno studio, il 14% dei ragazzi fatica a incontrare i coetanei di persona. Uno su due ammette di essere influenzato da ciò che vede sulle piattaforme. Lo psicologo: “Generazione immersa in una realtà che amplifica l’insicurezza”

I ragazzi faticano a farsi amici reali

I ragazzi faticano a farsi amici reali

Roma, 30 novembre 2024 – Chi ha attraversato gli anni ’80 a cavallo della giovinezza ricorderà le “compagnie”. Un fenomeno di archeologia sociale che lascerà increduli i giovani di oggi, creature sempre più sole, senza amici in carne e ossa, incapaci di gestire relazioni reali. Negli anni ’80 non si stava chiusi in casa, non si usciva da soli e nemmeno in coppia. Si andava con gli amici, gli amici degli amici, gli amici degli amici degli amici. Mai meno di trenta persone. Che la sera si trovavano a fare parlamento per decidere cosa fare. Il massimo della prevaricazione in discoteca era conquistare il tavolo vicino alla pista. C’erano quelli del gin tonic e i birraioli indoor, il chupito in mezzo alla strada stava nel futuro come il coma etilico. Il branco, inteso in senso buono, si muoveva compatto come uno sciame senza intenti bellicosi. L’alternativa erano il cinema (ma tutti vicini) oppure la sala giochi per le sfide a Pacman e Galaga: sempre in banda, altro che playstation. Poi è successo qualcosa. La pandemia, si dirà. Ma quella è stata solo l’apoteosi dell’involuzione. Oggi i ragazzi vorrebbero avere tanti amici ma non riescono. Sognano una sana vita “analogica” ma sono sotto il sortilegio digitale. Di pessimo umore. Senza speranze per il futuro. Le ragazze soprattutto. Questo racconta l’annuale indagine condotta dall’Associazione nazionale DiTe (Dipendenze tecnologiche, gap e cyberbullismo) in collaborazione con il portale studentesco Skuola.net condotta su un campione di 2.510 giovani italiani tra i 10 e i 24 anni.

La metà prova a divertirsi, a fare sport e mangiare con giudizio. È l’altra metà a preoccupare gli psicologi. E oggi che è la Giornata nazionale contro le dipendenze tecnologiche, il pensiero va a quella. “La ridotta capacità di relazionarsi vis à vis si legge nell’indagine – si riflette in una crescente assenza di amici in carne e ossa”. Il 26% non ha legami significativi coltivati regolarmente al di fuori delle piattaforme digitali, il 14% fa fatica a incontrarli dal vivo. “Questi dati – spiega lo psicologo Giuseppe Lavenia – ci restituiscono il ritratto di una generazione consapevole dell’importanza delle relazioni autentiche e delle buone abitudini, però immersa in una realtà che amplifica insicurezze e solitudini”.

I social influenzano stati d’animo e percezione del sé e ancora una volta sono sul banco degli imputati. In questa pericolosa deriva l’effetto del digitale è evidente: il 49,3% ammette di essere influenzato da ciò che vede, il 34,2% si sente spesso “triste o insoddisfatto dopo un uso prolungato delle piattaforme”. Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net, sottolinea l’apparente contrasto fra ricerca del benessere fisico e malessere mentale: il 36% del campione rincorre un “fisico da post” ma esce bastonato dal confronto e poi per smaltire rabbia e tristezza torna sui social creando l’effetto a catena nel passaggio più inquietante della ricerca: il 62,3% confessa di fare fatica a immaginare la propria vita futura. Un segnale di speranza però c’è: il 50% è favorevole al divieto degli smarphone ai minori di 14 anni e al “patentino” di navigazione e chiede un maggior coinvolgimento delle famiglie. A patto che non sfoci nell’eccesso di controllo.