Slogan e cori sulla pelle delle donne

Marcella

Cocchi

Il sogno di vivere in un Paese maturo va in frantumi rileggendo quanto è accaduto nei giorni scorsi. Il ricorso alla pillola abortiva Ru486 è uno dei temi più sensibili che esistano perché intreccia i diritti delle donne al valore della vita, l’etica alla sanità. Eppure, nel ring da campagna elettorale, centrodestra e centrosinistra proprio sull’aborto hanno giocato a dividersi con tifoserie da stadio, a dispetto della verità dei fatti.

Da un lato c’è un equivoco sponsorizzato dalla solita Chiara Ferragni. Tra le ovazioni del centrosinistra, che ha il vizio di farsi dettare l’agenda da una influencer, la solita nota ha lanciato lo slogan del diritto all’aborto negato nelle regioni governate dal centrodestra, in primis nelle Marche laboratorio di FdI ribattezzate da certa stampa "Texas d’Italia". Ma su questo ha ragione Giorgia Meloni quando dice che il suo partito non mette in discussione la legge 194, anche perché – per fortuna – il diritto all’aborto è garantito dal 1978, dopo una lotta referendaria storica per le italiane.

Dall’altra parte del ring, però, il centrodestra nega che l’accesso all’aborto farmacologico, quella Ru486 legale dal 2009, sia ostacolato nelle regioni che non applicano la circolare del ministero della Salute, la quale consente di somministrare la pillola abortiva anche all’interno dei consultori. Per molte questa difficoltà, sommata alla scelta dei medici obiettori, si è trasformata in un’odissea che si riscontra nelle regioni di centrodestra, dove non sarà negato un diritto ma la sua realizzazione pratica quasi. Una circostanza che ci non si verifica nella maggioranza degli stati europei. Qual è il risultato? Un Paese in cui una sola legge si traduce in modo diverso nei territori: sull’uso della Ru486 (tra chi abortisce) si va dal 5% del Molise al 58,6% della Liguria. E forse, mentre osserviamo sgomenti l’America dividersi stato per stato sulla concessione – lì sì, davvero – del diritto all’aborto, dovremmo chiederci se abbia senso ammettere, qui da noi, enormi differenze sulla pelle delle donne.