GIOVANNI PANETTIERE, INVIATO
Cronaca

Preti sposati e donne, il Sinodo dei vescovi prudente ma tiene aperte le porte

Tutto rimandato all'assemblea sinodale finale del prossimo anno. Passo indietro invece sugli omosessuali

Città del Vaticano, 29 ottobre 2023 – Il Sinodo prende tempo sulle riforme. Come nelle attese, la relazione di sintesi della prima fase dell’assemblea dedicata alla sinodalità non avanza al Papa alcuna proposta di ordinare donne al diaconato, né uomini sposati al sacerdozio. Tutto congelato, tutto resta aperto, almeno fino al 2024, quando si chiuderà il processo sinodale e questi temi, che hanno vivacizzato il dibattito nell’Aula Paolo VI, torneranno d’attualità. Un passo indietro rispetto al linguaggio bergogliano di quest'ultimo decennio si registra, invece, sul fronte dell'omosessualità: i 350 padri e madri sinodali hanno preferito omettere la parola 'omosessuali' e l'acronimo 'Lgbtq+' che soprattutto i delegati africani e dell'Est Europa considerano segno di cedimento alla controversa ideologia gender.

Papa Francesco durante la messa per la conclusione de4l Sinodo dei vescovi 2023 (ImagoE)
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La relazione, 'riscritta' alla luce di oltre 1.200 emendamenti alla bozza iniziale - bocciata dai liberal, perché 'troppo morbida', è stata votata in tutti i suoi paragrafi a maggioranza qualificata dei 2/3 dai sinodali, incluse le 54 donne aventi per la prima volta nella storia del Sinodo pieno diritto di voto. Nelle sue 42 pagine s’incoraggia un rinnovamento del linguaggio liturgico, sono ribadite sia la tolleranza zero contro la pedofilia, sia l’opzione preferenziale della Chiesa per i poveri. Il metodo della 'conversazione nello Spirito', utilizzato in queste quattro settimane di lavori entro le mura leonine per scongiurare polarizzazioni ideologiche, viene proposto per tutte le deliberazioni in ambito ecclesiale, ad ogni livello. Più in generale, per discernere le questioni teologiche, dottrinali e pastorali, il documento incoraggia la sinodalità, lo stile d'azione del camminare insieme, plasticamente rappresentato in questi giorni dai tavoli circolari in Aula Paolo VI dove sedevano allo stesso livello cardinali, vescovi, preti, suore e laici. A questa pratica si dovrebbe allineare anche lo stesso diritto canonico di cui in quest'ottica si suggerisce una revisione, a partire dal Codex del 1983.

Passando ai temi caldi, pur sottolineando la necessità di favorire la partecipazione delle donne ai processi decisionali nella Chiesa, la sintesi registra come nel dibattito sul diaconato femminile siano emerse “posizioni diverse”. Ciononostante si propone di proseguire “la ricerca teologica e pastorale” in materia, avvalendosi dei risultati - ancora non resi noti - delle due commissioni ad hoc istituite dal Papa negli anni. Resta sul tavolo anche la questione non tanto dell’ordinazione di uomini sposati, ma dello stesso superamento del celibato obbligatorio nella Chiesa di rito latino, con una curiosità, però. Su questo punto e sulla valorizzazione della leadership femminile è emerso il numero maggiore di voti contrari.