Mercoledì 24 Aprile 2024

Siamo pronti a stringere la cinghia

di Antonio

Troise

Un po’ meno ambientalisti e sicuramente più generosi nei confronti dei profughi. La guerra in Ucraina sta cambiando in profondità le nostre opinioni. L’indagine Ispi fotografa un Paese pronto a mettersi a disposizione dei più deboli e ad adottare strategie virtuose per affrancarsi dai diktat energetici di Putin. Ben 9 italiani su dieci sono pronti a stringere la cinghia e ridurre drasticamente i consumi. Insomma, se la Russia chiudesse i rubinetti del gas, siamo disposti a fare qualche sacrificio.

Ma c’è di più. Il sondaggio, infatti, rivela che la guerra ha dato un duro colpo anche all’"ideologia ambientalista". Quasi sei italiani su dieci non condierano più un tabù le centrali a carbone. Per non parlare del nucleare: il 51% vorrebbe tornare ad investire sull’atomo. Sconfessando non solo il referendum dell’87 ma anche i sondaggi di appena tre mesi fa, prima della guerra, quando solo un italiano su tre era disposto a riconsiderare l’energia nucleare. Idee in rapido movimento anche sul tema dell’accoglienza.

Le immagini delle donne e bambini in fuga dagli orrori hanno fatto breccia tanto che la stragrande maggioranza degli italiani (l’85%) è a favore dell’accoglienza dei profughi ucraini. Generosi sì, ma con giudizio. Solo il 44% è favorevole ad aprire le porte senza se e senza ma. Il 41%, invece, è pronto ad allargare le braccia ma solo per un tempo limitato. Insomma, se la guerra dovesse durare a lungo, l’opinione pubblica potrebbe spaccarsi in due e complicare la vita ai profughi.