Lunedì 29 Aprile 2024

Scontro sul doppio incarico. Bonaccini divide il Pd bolognese

Documenti contrapposti tra i militanti per la concomitanza della carica di segretario e governatore

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di Luca Orsi

Neanche 48 ore dopo la candidatura di Stefano Bonaccini a segretario nazionale del Pd, a Bologna i dem si dividono sul doppio incarico che – se sarà eletto al vertice del Nazareno alle primarie del 19 febbraio – il governatore dell’Emilia Romagna si troverebbe a ricoprire. Una doppia casacca che già in passato indossò Nicola Zingaretti, leader dem dal 2019 al 2021 mentre era presidente della Regione Lazio.

E proprio Bonaccini ha assicurato di essere "sicuro di potere conciliare le due cose, altrimenti non me lo sarei mai permesso". Intanto, il governatore critica la legge di bilancio del Governo, "sbagliata e iniqua", e invita il Pd "a scendere in piazza tra le persone il 17 dicembre".

Un gruppo di iscritti del Circolo Pd ‘Murri’ di Bologna, che ha sede in quella che era una storica sezione del Pci, posta su Facebook un "contributo al dibattito congressuale in corso". La segretaria Isabella Angiuli, membro della Direzione Pd bolognese, è la prima firmataria di un documento che – pur non facendo il nome di Bonaccini – fra i suoi punti dice "no ai doppi incarichi". Il partito, si legge, "nelle massime responsabilità richiede una assoluta separazione tra chi esercita l’azione politica e di indirizzo e chi esercita l’azione di governo". Da qui la proposta "di evitare l’assegnazione di doppi incarichi". Proposta che "risponde alla necessità di rimarcare il principio di autonomia tra politica e azione amministrativa".

Immediata la replica di Davide Di Noi, bolognese, membro della Direzione nazionale del Pd, una delle anime di ‘Rigenerazione’, gruppo di dirigenti e amministratori locali dem al lavoro per organizzare, in tutta Italia, comitati a sostegno di Bonaccini.

"È veramente curioso – afferma Di Noi – leggere che i firmatari del documento sui doppi incarichi sono, in larga parte, donne e uomini che scelsero di sostenere Zingaretti come segretario, presidente di Regione come Bonaccini, e nemmeno a scadenza di secondo mandato come quest’ultimo". (Il mandato di Bonaccini scade nel 2025).

Il tema del doppio incarico, sottolinea Di Noi, "è comune e diffuso nel nostro territorio (Federica Mazzoni, per esempio, segretaria della Federazione di Bologna, per esempio, è anche presidente di Quartiere, ndr), e fu salutato con favore come elemento di congiunzione fra amministrazione e vita politica".

"Mi pare infatti normale – continua Di Noi – salutare e pure comprensibile che chi governa nei territori voglia dare un proprio contributo politico, come sta facendo anche il sindaco di Bologna e con lui tanti altri. E che riguarderebbe anche un deputato, a meno che non si voglia far passare il concetto che un membro della Camera o del Senato ha parecchio tempo da spendere in esperienze alternative all’incarico per il quale è stato eletto".

Sul tema interviene Virginio Merola, neo deputato dem, già sindaco di Bologna: "Non lo trovo un elemento dirimente. Abbiamo avuto il precedente di Zingaretti. Punterei l’attenzione piuttosto su quale organizzazione si vuole dare al Pd".