"Elly, Elly, Elly". Pugno chiuso e un caffè. Maglie rosse, storia in campo. La Toscana accoglie così la discesa libera in piazza, lo slalom tra la gente della segretaria dem Schlein. Lei, tra un’occhiata di sole e uno scroscio improvviso, si mette l’impermebile. Utile anche a farsi scivolare addosso i malumori interni (transfugo Andrea Marcucci, l’esponente dem lucchese che ha aderito al gruppo dei Democratici e Liberali europei). Tra i palazzoni rossi di Pisanova per sostenere il candidato sindaco Paolo Martinelli, cuce la trama del suo comizio sull’importanza della "cura" che servirà anche per tenere insieme le anime del Pd: giovedì la prima riunione della nuova direzione al Nazareno.
Se ogni promessa è un debito, Schlein non vuole rateizzare: il suo Pd deve tornare a farsi carico dei problemi di chi non ce la fa. La Toscana in lungo e in largo – anche a Siena e Massa – per riprendersi (o non farsi scippare) il governo delle città. Fatta la squadra, finita la mini vacanza per riprendersi dalle fatiche del congresso e del post, torna in pista.
Lavoro, sanità, scuola, migranti. Ma anche ambiente e nomine. "Abbiamo davanti un governo che anche nelle scelte sulle nomine ha chiarito di essere chinato davanti agli interessi delle fonti fossili – dice –. Bisogna investire nella direzione delle energie pulite rinnovabili". Incolpa il governo anche di non avere ancora fornito indicazioni precise sulla vicenda della fuga da Milano dell’imprenditore russo Artem Uss: "Assistiamo a uno scaricabarile inaccettabile, Nordio riferisca urgentemente in parlamento, assumendosi le proprie responsabilità".
Parla a ruota libera. Senza mancare un colpo sull’attualità. "Una vergogna abolire la protezione speciale per i migranti", ribatte in tempo reale alla premier che dalla missione in Etiopia conferma la stretta. Elly ribadisce il no al Cpr, menzionando la strada già battuta dal parlamentare e segretario toscano Pd Emiliano Fossi e dal governatore del Granducato Eugenio Giani. "Siamo contrari e preoccupati dalle scelte del governo che cerca di rimettere in campo i decreti sicurezza di Salvini su cui si era espressa la Corte Costituzionale – dice – Ci opporremo con forza alla mancanza di una visione di politica migratoria efficace, lungimirante e rispettosa dei diritti". Sì all’accoglienza che fa inclusione. Una strada lontana anni luce da quella di Giorgia e i suoi fratelli.
A Campi Bisenzio Schlein torna tra gli operai della ex Gkn. Al circolo Rinascita il candidato sindaco Leonardo Fabbri e gli altri compagni l’aspettano per condividere il pranzo. "Su questa e su altre vertenze non c’è attenzione da parte di un governo che parla tutti i giorni di sicurezza ma non parla mai di sicurezza sul lavoro e di precari", incalza. Per Schlein è necessario un salario minimo "sotto il quale non si può parlare di lavoro" ma di sfruttamento "in un Paese dove gli stipendi si sono ridotti negli ultimi decenni".
Il sorriso di Elly è contagioso, le stanno tutti addosso, non riesce a prendere un boccone. "Continueremo a stare a fianco di lavoratrici e lavoratori e delle loro rappresentanze". Dura e pura. Fa bene il lavoro dell’opposizione. A Pisa si complimenta col M5S che si è alleato per sostenere il candidato "civico per davvero, non mascherato come quello di altri". Alla viglia del 25 aprile, mette sull’avviso il governo, "non permetteremo a nessuno di riscrivere la storia antifascista di questo Paese". Lo fa con un pensiero commosso "ai nostri nonni che con le nostre nonne" (non dimentica mai un femminile, né un plurale) "in questa terra hanno fatto una vera resistenza al fascismo, alla privazione di futuro che quel passato ha causato, e che qualcuno oggi cerca di rispolverare facendo negazionismo dell’accaduto".
Il passato, il futuro. Schlein a Pisa ricomincia a tessere la tela della "cura". Sale la preoccupazione per gli anziani soli, per la gente che rinuncia a curarsi perché la sanità pubblica non risponde più. "Continueremo a difendere la sanità pubblica, universalistica, quella che non guarda al portafoglio e a nessuno per decidere chi ha diritto a essere curato", arringa. Spiega che Meloni sta facendo il gioco dei privati. "Se si vuole favorire il privato basta che il governo continui a fare ciò che sta facendo, cioè nulla". Basta con i tagli. Si dice pronta ad appoggiare i sindacati della sanità pronti a mobilitarsi. Anche se, proprio il sindacalista Pierino Di Silverio, segretario nazionale dei medici ospedalieri Anaao Assomed, le manda a dire che "serve una terapia urgente e meno slogan" se si vuole salvare la sanità.