Giovedì 2 Maggio 2024

Scarlattina, allarme in Inghilterra. E in Italia? Bassetti: ecco i sintomi a cui stare attenti

Il primario: lo Streptococco che la provoca non è un germe tranquillo. Quali sono i rischi per gli adulti (soprattutto fragili)

Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive ospedale San Martino di Genova

Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive ospedale San Martino di Genova

Roma, 27 ottobre 2023 – Allarme scarlattina in Gran Bretagna. In un mese le autorità sanitarie (Huksa) hanno segnalato un aumento di quasi il 70% di casi, che restano pur sempre inferiori rispetto a un anno fa, quando morirono sei bambini

E in Italia cosa sta succedendo? Lo abbiamo chiesto a Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova. Che prima di tutto mette nel conto anche “un incremento importante di casi che si è registrato in Francia”. 

Qual è la situazione nel nostro Paese?

“Questo è il vero problema, manca un sistema adeguato per la sorveglianza delle malattie infettive in tempo reale. E invece abbiamo imparato con il Covid quanto sarebbe necessario”.

Nel frattempo, che cosa osserva in ospedale?

"In questi primi dieci mesi del 2023 abbiamo avuto un aumento di infezioni invasive da Streptococcus pyogenes, la scarlattina è la forma meno grave”.

Dobbiamo preoccuparci?

"Parlare di un aumento dei casi di scarlattina non fa paura, è una forma di infezione da streptococco che colpisce i bambini e con dieci giorni di terapia antibiotica si risolve”.

Quali sono i sintomi?

"Mal di gola, lingua tipicamente a fragola o lampone, esantema sulla pelle. Però la scarlattina può essere l’avanguardia di qualcosa di più serio”.

A questo link le info del Bambin Gesù

Spieghi.

"Gli stessi bambini possono diventare ‘untori’, ad esempio per adulti fragili, quando il germe gira. Di certo lo Streptococcus pyogenes è in aumento. Nelle forme più gravi può portare a meningite, ascessi, endocardite. Quindi è tutt’altro che un germe tranquillo. Per questo dobbiamo tenere le antenne dritte e saper riconoscere per tempo questa infezione, curandola con una terapia adeguata”.

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