Lunedì 29 Aprile 2024

Rimorchiatore a picco: morti e dispersi L’ipotesi del cedimento strutturale

Stava trainando un pontone da Ancona a Durazzo: recuperati tre di cinque corpi. È affondato in un attimo

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di Alberto Bignami

Salpato dal porto di Ancona con il pontone AD3 e diretto a Durazzo, il rimorchiatore Franco P. è affondato a 53 miglia al largo dalla costa pugliese, tra Andria e Molfetta. Il naufragio è stato talmente repentino, che l’equipaggio composto da sei persone, non ha avuto nemmeno il tempo di lanciare l’Sos, inviato invece, intorno alle 21 di mercoledì, dagli 11 marinai a bordo del Pontone. Raccolto dalla Centrale Operativa di Roma, è stato subito girato alla Capitaneria di Porto di Bari che ha iniziato le ricerche via mare e via cielo, con un elicottero che ha raggiunto il luogo della tragedia dopo circa 40 minuti.

Il bilancio è di tre morti, due dispersi e il comandante Giuseppe Petralia, 63enne di Catania, raggiunto e recuperato vivo dalla motonave Split battente bandiera croata, accorsa in zona. L’uomo, trasferito su una motovedetta, ieri mattina intorno alle 8 è stato trasferito e ricoverato a Bari. Sarà lui a raccontare cosa è accaduto e a permettere agli inquirenti di ricostruire una dinamica al momento completamente sconosciuta. Per questo motivo, la Procura di Bari che ha delegato la Capitaneria, ha aperto un fascicolo per i reati di naufragio e omicidio colposo plurimo. Al momento si sa che a bordo del rimorchiatore si trovavano, assieme al comandante, anche il direttore di macchine Mauro Mongelli, 59enne di Molfetta; il concittadino nostromo Sergio Bufo di 60 anni; Massimo Andrea Loi, 58enne sardo residente ad Ancona; Luciano Bigoni, civitanovese 65enne residente nel capoluogo marchigiano e Ahmed Jelali, tunisino 63enne residente a Pescara.

In tarda serata i familiari hanno ufficialmente riconosciuto il corpo di Bigoni; oggi arriveranno a Bari i parenti dei marinai ai quali, secondo una prima identificazione, apparterrebbero le altre due salme, Loi e Jelali.

Per comprendere la dinamica, verranno ascoltati anche gli undici membri dell’AD3, non appena il pontone raggiungerà Bari, agganciato da un altro rimorchiatore e il cui arrivo era previsto per la tarda serata di ieri, ma con condizioni meteo di navigazione sfavorevoli. L’ammiraglio Vincenzo Leone, comandante regionale della Guardia Costiera Puglia, ha definito appunto "repentino" l’affondamento: "Speriamo di avere qualche elemento in cui riusciremo ad ascoltare con maggiore serenità il comandante, al momento l’unico sopravvissuto". Non si esclude che la causa dell’affondamento possa essere un cedimento strutturale, un’avaria o l’impatto con qualcosa in mare, magari con lo stesso pontone che stavano rimorchiando, spinto dal mare forza 5.

Anche per tutta la giornata di ieri le ricerche in mare sono state svolte incessantemente non solo dalla Capitaneria ma pure dalla Guardia di Finanza, Aeronautica, Marina Militare e autorità croate, essendo avvenuto in acque internazionali. Sono state avvistate le scialuppe ma una volta avvicinate, a bordo non vi era nessuno. Si cercherà, anche se l’impresa non sarà affatto semplice, di recuperare la scatola nera a bordo del Franco P., anche se l’incidente è avvenuto in un punto in cui il fondale arriva a una profondità di mille metri. I famigliari dell’equipaggio "sono assistiti – ha fatto sapere la Capitaneria – presso gli Uffici della Direzione Marittima".