Martedì 7 Maggio 2024

Riforma fiscale Il piano del governo "Riduzione del cuneo più ampia e strutturale"

Ma l’Ufficio parlamentare di bilancio boccia la flat tax: "Penalizza i redditi medi a vantaggio di quelli elevati. Per trovare le risorse sarà probabilmente tagliato il welfare".

di Antonella Coppari

Sul palco del festival dell’Economia di Trento sfilano molti ministri, da Fitto a Giorgetti. La premier no. Oberata dagli impegni, interviene solo in video-collegamento. Anche grazie a domande non troppo incalzanti, evita di esprimersi sulle note più dolenti come il Pnrr a rilento o le critiche europee su quasi tutte le leggi della sua agenda. Difende invece a spada tratta la scelta di puntare tutto sul cuneo fiscale, bocciando senza appello il salario minimo. La questione, ammette, è reale: "Abbiamo salari da fame, c’è l’inflazione ma la risposta non può essere il salario minimo". Perché "è buono sul piano filosofico ma nell’applicazione rischia di essere un boomerang a causa dell’altissimo livello di contrattazione collettiva in Italia. Quel parametro diventerebbe aggiuntivo, cioè di maggior tutela, o sostitutivo?". Perciò, "sto cercando di fare una cosa migliore, più concreta".

La "cosa" è, appunto, il taglio delle tasse sul lavoro che la premier rivendica: "Vogliamo renderlo strutturale e allargarlo ulteriormente". È vero che i precedenti tentativi, da Prodi in poi, non hanno sortito gli effetti desiderati, ma stavolta, promette, sarà diverso. Sia per le dimensioni: "Tra legge di bilancio e provvedimento del 1 maggio abbiamo fatto un taglio di 6 punti per i redditi fino a 35mila e di 7 per quelli fino a 25mila". Sia perché lei non ha commesso l’errore di abbracciare l’intera platea dei lavoratori concentrando il taglio sulle fasce più povere. Conferma il ministro delle Finanze, Giancarlo Giorgetti: "Il taglio del cuneo per i redditi medio-bassi è una priorità". La premier coglie l’occasione per rispondere anche alle critiche alla sua riforma fiscale: "In questi decenni ci sono stati tanti interventi, ma non c’è stata una riforma organica, come questa". Che nelle sue intenzioni dovrebbe agire non solo su scaglioni e aliquote ma più a fondo, modificando lo stesso rapporto tra Stato e cittadini in materia di tasse: "Siamo l’unica Nazione in cui c’è il detto ‘fatta la legge trovato l’inganno’". Lei vuole voltare pagina "semplificando" la vita dei cittadini, e facendo la "lotta alla vera evasione, frodi sull’Iva, big company, banche", non intraprendendo "una caccia al gettito", cioè chiedendo "pizzo di Stato ai piccoli commercianti", spiega più tardi.

Parla anche d’altro, ad esempio del rapporto con Macron, che definisce "improntato alla concretezza", ma non si esprime sui capitoli più delicati tra i quali figura la flat tax. Bocciata dal report annuale della Commissione europea, viene bersagliata ora dall’Ufficio parlamentare di bilancio. La tassa piatta, scrive la presidente, Lilia Cavallari, nella nota inviata alla Camera, rischia di "penalizzare i redditi medi a vantaggio di quelli elevati", a meno che non si sia disposti a pagare un prezzo rovinoso: "La rinuncia a una elevata quota di gettito". Per la delega – i cui obiettivi definisce "ampiamente condivisibili" – si concentra sulla mancanza di coperture. "Non va finanziata ricorrendo al debito". E dunque, per trovare soldi, è "plausibile" che il governo tagli il welfare. Argomenti che non scalfiscono le certezze del paladino numero 1 della tassa piatta: Salvini. A Trento non si fa vedere ma, come risposta, illustra gli emendamenti "di buon senso" della Lega alla delega all’esame di Montecitorio, tra i quali figura anche l’estensione della mini flat tax.