Venerdì 8 Novembre 2024

Processo Open Arms, Conte testimone: "Non ero d'accordo con Salvini, clima incandescente"

L'ex premier teste a Palermo. Di Maio: "Seppi della decisione di negare lo sbarco dai media". Il ministro dei trasporti: "Rischio 15 anni per aver difeso l'Italia"

L'ex premier Giuseppe Conte lascia l'aula bunker Ucciardone (Ansa)

L'ex premier Giuseppe Conte lascia l'aula bunker Ucciardone (Ansa)

Palermo, 13 gennaio 2023 - "Ricordo di avere scritto due volte al ministro Salvini. La prima volta dissi che non si potevano respingere i minori, la seconda invece che c'erano sei paesi europei che avevano confermato la disponibilità alla redistribuzione dei migranti dell' Open Arms. Non ero d'accordo con lui e il clima era incandescente". Lo ha detto il presidente del M5S, Giuseppe Conte, in udienza nell'Aula Bunker dell'Ucciardone a Palermo, per il processo che vede imputato l'ex ministro dell'Interno (ora vicepremier e ministro dell'Infrastrutture e dei trasporti) per i fatti accaduti nel 2019 quando il leader M5S era premier alla testa del governo giallo-verde (il cosiddetto 'Conte 1'). Salvini è accusato di sequestro di persona.  Secondo la procura, avrebbe illegittimamente negato l'approdo alla ong Open Arms con 147 profughi salvati in mare e a altrettanto illegittimamente avrebbe tenuto a bordo i migranti privandoli della libertà personale. 

"L`immigrazione è stato sempre un grande tema di riflesso politico - ha spiegato Giuseppe Conte, chiamato come testimone dalla procura - e il ministro dell`epoca ha sempre avuto delle posizioni molto chiare sulla gestione di questo tema. Ai tempi si voleva dare l'idea di un presidente del consiglio debole sul fenomeno immigratorio, mentre il ministro dell'Interno aveva una posizione molto più rigida". 

"Non ricordo - ha risposto a domanda del pm - di aver mai sentito parlare della presenza di terroristi a bordo della Open Arms che aveva soccorso i migranti ad agosto del 2019. Non ricordo neppure che qualcuno mi abbia parlato di possibili accordi tra la Open Arms e gli scafisti alla guida dei barconi soccorsi".

Di Maio: "Seppi della decisione di Salvini dai media"

Teste per l'accusa anche Luigi Di Maio, secondo cui la decisione di negare lo sbarco alla Open Arms non solo non fu concertata con gli altri membri del Consiglio dei ministri, ma neanche comunicata da Salvini al Cdm. "Ho appreso del divieto di concessione del Pos (place of safety ndr) alla nave Open Arms attraverso le dichiarazioni pubbliche del ministro Salvini. In quel periodo si stava consumando una crisi di governo, le uniche interlocuzioni avute col ministro Salvini erano legate appunto alla crisi di governo". "Non vi è stata alcuna riunione - ha spiegato l'ex ministro - o confronto del consiglio dei ministri sulla concessione del porto sicuro. Casomai le riunioni vennero fatte per affrontare le conseguenze del diniego di Pos dell'ex ministro dell'Interno". 

Lamorgese: "Mai vietato uno sbarco"

Oggi ha deposto in Aula anche Luciana Lamprgese, ministro dell'Interno nel governo 'Conte 2' (con Lega di Salvini all'opposizione). "Abbiamo sempre messo in primo piano il salvataggio delle persone - ha spiegato Lamorgese, anche lei teste chiamata dalla procura - anche di fronte a una condotta illegale, come a esempio non comunicare un intervento al Paese competente. A mia memoria durante il Conte 2 mai è stato vietato, durante la mia guida da ministra dell'Interno, uno sbarco in base ai decreti sicurezza".  Rispondendo alle domande del pm Gery Ferrara, l'ex ministra ha sottolineato dunque la differenza di linea del suo dicastero rispetto a quello del predecessore, il leader della Lega ora sotto processo. "La condotta del comandante dell'imbarcazione intervenuta in soccorso dei profughi incideva sulla concessione del porto sicuro?", le ha chiesto il pm. "No - ha risposto la teste - e poi le ong durante il mio dicastero non hanno mai violato le regole entrando nelle acque territoriali prima della concessione del pos. Lamorgese ha precisato che durante la sua permanenza alla guida del Viminale i tempi di attesa del pos per le navi delle ong era di media 2 o 3 giorni. "Si arrivava a 7-8 solo se c'era da concordare la redistribuzione con altri Paesi", precisa.

 Matteo Salvini posta una foto dall'Aula bunker di Palermo (Ansa)
Matteo Salvini posta una foto dall'Aula bunker di Palermo (Ansa)

Salvini: "Ho difeso l'Italia"

Era presente all'udienza l'imputato. "Oggi sono per l'ennesima volta a Palermo, nell'Aula Bunker dell'Ucciardone famosa per i maxiprocessi contro i mafiosi, per il processo OpenArms - ha scritto Salvini sui suoi social prima dell'udienza, postando una sua foto nell'aula -. Rischio fino a 15 anni di carcere per aver difeso l'Italia e i suoi confini, salvando vite e facendo rispettare la legge. Sono attesi come testimoni dell'accusa Giuseppe Conte, Luigi Di Maio e Luciana Lamorgese, non ci annoieremo. Vi abbraccio e vi aggiorno".