Venerdì 3 Maggio 2024

Il Presidente (con) riserva

Il Direttore de La Nazione risponde ai lettori

L'editorialista de La Nazione Marcello Mancini

L'editorialista de La Nazione Marcello Mancini

Firenze, 26 gennaio 2015 - EGREGIO DIRETTORE, ​per la presidenza della Repubblica sento sempre più spesso fare il nome di Giuliano Amato. A me non sembra una scelta sulla strada del rinnovamento: ricordo Amato come uomo di Craxi, e lasciamo perdere come poi il dottor Sottile (così lo chiamavano) si è comportato quando il leader Psi è caduto in disgrazia. Settimo C., Bibbiena

GIULIANO Amato è considerato una «riserva della Repubblica», cioè uno di quegli uomini di Stato ai quali far ricorso nei momenti di difficoltà. Lo era anche Mario Monti - quando Napolitano lo scelse come premier - finché non si è autoespulso, fondando il suo sfortunato partito. Posso capire i suoi rancori verso Amato ex socialista, riconosco che neanche a me pare sia stato uno dei più riconoscenti nei confronti di Craxi. Tuttavia queste valutazioni fanno parte della storia passata e ad esse, probabilmente, sono legati rapporti privati che non conosciamo. Amato non è una proposta di rinnovamento, questo è chiaro. Però è difficile contestare che sia una garanzia istituzionale, un conoscitore dello Stato, e che sarebbe un presidente di sicura affidabilità. Certamente migliore di tanti nomi che circolano in questi giorni e che rischiano di essere il risultato di accordicchi fra partiti per superare l’impasse. Comunque confido nella sorpresa e nel guizzo della nostra Politica, che nel 2013 riuscì a convincere Napolitano a farsi rieleggere. Nei momenti di difficoltà l’Italia dà il meglio. Non disperi.