Presi i killer di Attanasio Il padre: "Aspetto le prove"

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di Gabriele Bassani

LIMBIATE (Monza Brianza)

L’annuncio dell’arresto della banda dei presunti autori dell’agguato in cui, il 22 febbraio 2021, è morto l’ambasciatore italiano in Repubblica Democratica del Congo Luca Attanasio (nella foto), non convince la famiglia del giovane diplomatico. Il padre di Luca, Salvatore Attanasio, non crede all’ipotesi del tentativo di sequestro che circolava da tempo e che ieri è stata rilanciata insieme alla notizia dell’arresto dei presunti componenti della banda responsabile dell’assalto in cui persero la vita anche il carabiniere di scorta Vittorio Iacovacci e l’autista, Mustafa Milambo. "La teoria del rapimento non ci convince, ho sentito l’ultima ricostruzione secondo cui gli hanno sparato perché scappava. Ma se scappava i proiettili li avrebbe presi sulla schiena, non sulla pancia", dice Salvatore Attanasio a Radio 24:

"Ho appreso la notizia dalla stampa. Non è la prima volta che dal Congo arrivano notizie del genere che poi si rivelano essere una farsa, per cui non vorrei fare alcun commento sugli arresti prima che le nostre autorità abbiano controllato e certificato l’operato della Polizia congolese. Fino ad allora per noi famigliari questi arresti non contano".

E aggiunge: "Il governo del Congo ha l’obiettivo di chiudere in tutta fretta questo caso, che per il Paese è piuttosto spinoso e quindi cerca di liquidare in fretta e in modo semplicistico la vicenda. Di certo, anche se queste persone fossero davvero gli assassini di Luca, non basta per fare chiarezza. Bisogna chiarire le responsabilità del Programma alimentare mondiale dell’Onu, che sono molto gravi per non aver previsto la necessaria protezione alla missione. Abbiamo letto notizie oscene, di un documento alterato dai funzionari del Pam dove non figurava la presenza dell’ambasciatore a bordo".

Quanto agli arresti, le immagini fornite dalla polizia congolese mostrano sei giovani ammanettati (ma solo due sarebbero coinvolti nell’omicidio), seduti sul prato della caserma di Goma, capoluogo della regione del Nord Kivu al confine col Ruanda. Nel gruppo mancherebbe però l’uomo che ha sparato e a cui stanno dando la caccia.

A Limbiate si aspetta. "Il responsabile non è ancora stato preso – ricorda il parroco, don Angelo Gornati –. Per ora non giudico l’arresto, non vorrei ci fosse uno scambio di persone come è successo all’inizio, quando fermarono degli innocenti". "Spero siano i veri esecutori", dice il sindaco Antonio Romeo.