Domenica 5 Maggio 2024

"Bastano sei secondi per tirare giù il ponte"

Il super artificiere Coppe schiaccerà il detonatore per distruggere il moncone del Morandi

Danilo Coppe

Danilo Coppe

Genova, 28 giugno 2019 - Ha controllato tutto fino all’ultimo minuto. Perché stamane alle 9, in pochi secondi – quattro o sei, comunque interminabili – metterà in gioco quasi 40 anni di carriera. Danilo Coppe, 56 anni, parmigiano – Mister Dinamite nel titolo di un fortunato programma tv –, è l’uomo che farà implodere i piloni 10 e 11 del ponte Morandi, che produrranno 50mila tonnellate di macerie. E dovrà farlo preservando quello che c’è accanto, come il viadotto dell’A 7. Un’impresa unica, perché i ponti non dovrebbero crollare, com’è successo invece a Genova, alle 11.36 del 14 agosto 2018.

Coppe si è occupato di piazzare 500 chili di esplosivo in 900 fori praticati nel calcestruzzo. Gli incursori del nono Reggimento Col Moschin, corpo d’elite dell’esercito, hanno minato invece gli stralli con il plastico. L’operazione più complessa, sono quelli che erano stati rinforzati da autostrade, si devono staccare fisicamente prima, perché tutto fili liscio. Poi bisogna sperare che ogni cosa vada per il suo verso, che i detonatori elettronici funzionino a dovere, ad esempio. Si sentirà fino al mare l’eco di quello che è in programma stamane, davanti alle telecamere di tutto il mondo. E otto impianti ad alta definizione sono stati piazzati in punti strategici su richiesta dei periti della procura, interessati a capire dove cadranno i pezzi, che intendono recuperare. Mille precauzioni adottate: 3.400 persone evacuate nell’arco di 300 metri, l’autostrada chiusa. Ancora ieri sera fino all’ultimo Mister Dinamite e i tecnici dell’Ati – l’associazione di imprese che dovrà consegnare un buco vuoto dove c’era il ponte – hanno verificato ogni minimo dettaglio.

Impossibile per chi lavora in questo cantiere unico al mondo non pensare ai 43 morti del viadotto, lavoratori, ragazzi in vacanza e famiglie intere. In pochi secondi hanno fatto in tempo a capire che la loro fine era segnata. "Ogni volta che vedo i biglietti lasciati dai parenti provo una grande emozione", confida Vittorio Omini, direttore tecnico dell’Ati, che come altri qui ha lavorato nei disastri d’Italia, uno su tutti: la Concordia.

Danilo Coppe è diventato esplosivista dopo essere stato conquistato da bambino, a 8 anni, da un film che raccontava quella professione in modo diverso da come la immaginava. Quel giorno ha capito che maneggiare la dinamite non serve solo a distruggere. Paradossalmente, l’esplosivo può diventare uno strumento al servizio della collettività. Da allora si è appassionato. Ha studiato e lavorato. La prima impresa a 19 anni. Oggi lo chiamano mago del settore. A Genova la sua Siag ha demolito anche la caserma dei Vigili del fuoco, un altro lavoro impegnativo. È riuscito dove altri avevano alzato le mani, come a Secondigliano.