Giovedì 18 Aprile 2024

Pompei, spunta affresco con due gladiatori. "Scoperta senza precedenti"

E' venuto alla luce nell'area di cantiere della Regio V, nell'ambito degli scavi previsti dal Grande Progetto Pompei. Il ministro Franceschini: "Una meraviglia che tutto il mondo ammira"

 Due gladiatori al termine del combattimento, affresco trovato a Pompei (Dire)

Due gladiatori al termine del combattimento, affresco trovato a Pompei (Dire)

Roma, 11 ottobre 2019 - Un affresco rappresentate due gladiatori al termine del combattimento, uno vince l'altro soccombe, è stato riportato alla luce a Pompei nell'area di cantiere della Regio V, nell'ambito dei lavori di messa in sicurezza e rimodulazione dei fronti di scavo, previsti dal Grande Progetto Pompei.

Il Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini, su Twitter commenta: "Due gladiatori al termine del combattimento. Una scoperta senza precedenti degli archeologi di Pompei che per la prima volta dal 79 d. C. scavano in un'area di Pompei mai indagata fino a oggi. Una meraviglia che tutto il mondo ammira". 

Sul sito del Ministero dei Beni Culturali si legge: "Si tratta della scena di un combattimento tra un 'Mirmillone' e un 'Trace', due tipologie di lottatori distinti da armature differenti e classici avversari nelle lotte gladiatorie". 

"Su uno sfondo bianco, delimitato su tre lati da una fascia rossa, si compone la scena di lotta tra i due gladiatori. Quello sulla sinistra è un 'Mirmillone' della categoria degli 'Scutati': impugna l’arma di offesa, il gladium, (corta spada romana) e un grande scudo rettangolare (scutum) e veste un elmo a tesa larga dotato di visiera con pennacchi, il cimiero. L’altro, in posizione soccombente, è un 'Trace', gladiatore della categoria dei 'Parmularii', con lo scudo a terra. È rappresentato con elmo (galea), a tesa larga ed ampia visiera a protezione del volto, sormontato da un alto cimiero".

La spiegazione del MiBACT continua: "L'affresco di circa 1,12 mt x 1,5mt, rinvenuto in un ambiente alle spalle dello slargo di incrocio tra il Vicolo dei Balconi e il vicolo delle Nozze d'Argento, ha forma trapeizodaile, in quanto era collocato nel sottoscala, forse di una bottega. Si intravede al di sopra della pittura, l'impronta della scala lignea. Molto probabilmente decorava un ambiente frequentato da gladiatori, forse una bettola dotata di un piano superiore, destinato ad alloggio dei proprietari dell'esercizio commerciale o come di frequente, soprattutto vista la presenza di gladiatori, destinato alle prostitute.

Massimo Osanna, alla guida del Parco Archeologico di Pompei, ipotizza: "È molto probabile che questo luogo fosse frequentato da gladiatori. Siamo nella Regio V, non lontani dalla caserma dei gladiatori da dove, tra l'altro, provengono il numero più alto di iscrizioni graffite riferite a questo mondo. In questo affresco, di particolare interesse è la rappresentazione estremamente realistica delle ferite, come quella al polso e al petto del gladiatore soccombente, che lascia fuoriuscire il sangue e bagna i gambali. Non sappiamo quale fosse l'esito finale di questo combattimento. Si poteva morire o avere la grazia. In questo caso c'è un gesto singolare che il trace ferito fa con la mano, forse, per implorare salvezza; è il gesto di ad locutia, abitualmente fatto dall'imperatore o dal generale per concedere la grazia. L'ambiente di rinvenimento è solo parzialmente portato in luce - su un lato emerge un'altra piccola porzione di affresco che rivela la presenza di un'altra figura- in quanto lo scavo dello stesso è stato possibile a seguito dell'intervento di rimodulazione dei pendii dei fronti e alla loro messa in sicurezza, che costituisce l'esigenza prioritaria di tutto il cantiere della Regio V".