Martedì 7 Maggio 2024

"Più rinnovabili, in due anni autonomi da Putin"

Il direttore di Enel Italia, Lanzetta: "I progetti sono già pronti ma bisogna snellire subito i processi autorizzativi. Sì al commissario"

Nicola Lanzetta, direttore Enel Italia

Nicola Lanzetta, direttore Enel Italia

Milano - Ormai è una corsa contro il tempo. La scommessa di Roberto Cingolani, ministro per la transizione ecologica, è rendere l’Italia energeticamente autonoma dalla Russia entro 24 mesi. "Per me possiamo farcela, a patto però che si sblocchino i progetti in attesa di autorizzazione sul fronte delle rinnovabili, cosa che il ministro ha molto chiara", precisa Nicola Lanzetta, direttore di Enel Italia, multinazionale leader nei mercati globali dell’energia e delle rinnovabili. "Se l’obiettivo è staccarsi dalla Russia e non solo da quella – insiste – quella delle energie rinnovabili non è una strada, ma “la” strada da percorrere".

Una strada piena di ostacoli. "Abbiamo i progetti pronti, le risorse per realizzarli, il know how che serve. Occorre però rendere snelli i processi autorizzativi. È arrivato il momento di farlo".

La crisi energetica oggi spaventa più della pandemia. "L’Italia genera già circa il 40% di energia da fonti rinnovabili ma non basta. Il 50% dell’energia elettrica si genera bruciando gas e più del 90% di questo gas viene dall’estero. Dobbiamo minimizzare quest’impatto. Per ragioni economiche, oltre che ambientali".

La vostra ricetta? "Portare al 70–72% l’energia prodotta con le rinnovabili. Ci consentirebbe di risparmiare il 40% rispetto all’attuale costo dell’energia elettrica. Eppure..."

Eppure? "Siamo fermi. A causa dell’eccessiva burocratizzazione e della lentezza dell’iter autorizzativo. Nel 2011 e 2012 si installavano ogni anno 11–12 gigawatt di potenza, l’anno scorso meno di uno. Cioè dieci volte meno".

La soluzione? "È nella storia di questo Paese. Quando, anni fa, partiva la transizione dal carbone al gas la situazione non era molto diversa dall’attuale. Venne emanato il Decreto Marzano. Si presenta la domanda di autorizzazione e se entro 30 giorni non arriva la risposta si procede con il progetto. Si potrebbe applicare la regola del silenzio–assenso ai progetti per l’implementazione delle rinnovabili".

C’è chi crede utile la nomina di un commissario all’energia. "Ottima idea se parliamo di autorizzazioni. Le strategie sull’energia grazie a questo governo sono chiare. Ci vuole uno sforzo collettivo nell’execution, dove dobbiamo superare le troppe barriere burocratiche. Non abbiamo più tempo da perdere. Ha funzionato con l’emergenza legata alla pandemia, funzionerebbe con questa nuova crisi. Un commissario alle autorizzazioni avrebbe gli strumenti per sciogliere i nodi della burocrazia. E c’è un dettaglio in più: la gente crede in questa transizione".

Il green è di moda. "A Poggio Renatico, in Emilia, abbiamo lanciato il progetto Scelta rinnovabile per favorire il coinvolgimento di cittadini e comunità locali nello sviluppo delle rinnovabili. E questo attraverso una raccolta fondi on line per la realizzazione di nuovi impianti. Abbiamo ripetuto il tutto in Lombardia, a Casei Gerola, dove abbiamo raccolto molti più fondi di quelli necessari. A testimonianza, appunto, dell’entusiasmo delle persone".

Quale obiettivo realistico potrebbe darsi l’Italia? "Il traguardo dei 60 gigawatt in tre anni è raggiungibile. Le aziende sono pronte a investire fino a 85 miliardi e a creare circa 80.000 nuovi posti di lavoro. Particolare che basta a far crollare il falso mito che le rinnovabili facciano perdere occupazione ai settori tradizionali".

Le infrastrutture carbon free richiedono professionalità diverse. "Ma si possono formare. Enel ha in programma di investire nel potenziamento e nell’adeguamento della rete elettrica. Per questo abbiamo già avviato insieme a Elis un corso per la formazione per più di 5.000 tecnici che verranno assunti nei prossimi due anni dalle aziende che lavorano con noi alla transizione energetica del Paese".