Giovedì 2 Maggio 2024

Pinchiorri mette all’asta il suo vino. "Ho baciato tutte le bottiglie"

Annie Féolde e Giorgio, proprietari della famosa Enoteca di Firenze, venderanno 2.500 etichette pregiate. Il patron commosso: ho pianto. Un patrimonio da due milioni all’incanto il 12 settembre a Londra

Migration

Le hanno scelte una a una nel corso di una vita, inseguendole spesso da un capo all’altro del mondo, con passione e competenza, fino ad arrivare a una collezione con oltre 60mila bottiglie. Ma adesso è arrivata l’ora di lasciarle andare, almeno in parte. È così che Giorgio Pinchiorri e Annie Féolde, i patron delle celebre Enoteca Pinchiorri di Firenze con tre stelle Michelin, hanno deciso di mettere all’asta 2.500 fra le più preziose etichette della loro straordinaria cantina, considerata una leggenda. Non a caso la casa d’aste Zachys, specializzata del settore, il 12 settembre a Londra metterà all’incanto 860 lotti dei selezionatissimi vini sotto il titolo "Enoteca Pinchiorri, the legendary cellar". Stima e base d’asta circa due milioni di euro.

Signora Annie Féolde, ma perché questa decisione?

"Perché le cantine vanno fatte girare. Le bottiglie di vino sono creature delicate, hanno bisogno di essere curate, anzi coccolate. E poi è giusto che vadano incontro alle persone che le chiedono e che sono contente di poterle gustare. È un vero piacere anche per noi sapere che c’è chi le apprezzerà".

Come si coccola un vino?

"Anche vedendolo andare via. Perché ogni bottiglia deve essere maneggiata con cura, conservata, amata. In ogni caso, anche se le abbiamo messe in vendita ricordo ogni etichetta..."

Beh, Giorgio Pinchiorri ha detto di aver pianto mentre metteva le bottiglie nelle casse per Londra...

"Non mi sorprende... Anche io le conoscevo bene e le ricordo tutte, ho il catalogo nella mente, ma diciamo che a ognuna di loro auguro buona fortuna. Ricordo i tanti viaggi con Giorgio, in Europa ma anche in America per acquistare etichette importanti. Io sono francese e scherzando gli dicevo che mi vedeva più come un vino che come una donna. A parte le battute, è stata una bella avventura in tutti questi anni. Un’avventura di vini e di cibo, ricordando che i vini sono i migliori amici dei piatti".

Adesso la situazione non è facile neppure per i grandi ristorante come il vostro.

"In questo momento le cose sono molto difficili per tutti, è chiaro. E anche per noi non è semplice. Ma dobbiamo cercare di fare il meglio che possiamo ed essere positivi, solo così possiamo venirne fuori. Non ci dobbiamo buttare giù e ci dobbiamo ricordare che chi ha vissuto i periodi di guerra l’ha passata ancora peggio. E quindi, facciamoci forza e andiamo avanti".

Per chi volesse aggiudicarsi un lotto della leggendaria cantina Pinchiorri, può spaziare fra due magnum di Vosne-Romanée Cros-Parantoux Reserve Henri Jayer 1999 che partono da 60mila-100mila sterline, oppure sei bottiglie di Pétrus 1961 da Bordeaux. Fra le etichette italiane si va dal Barolo Monfortino Riserva Giacomo Conterno 1978 (2.600-3.800 sterline) a 12 bottiglie di Solaia 2015 (1.900-3.000 sterline) di Antinori, a quattro bottiglie di Brunello di Montalcino Riserva Biondi Santi 1990, base d’asta 1.400-2.000 sterline.