Martedì 30 Aprile 2024

Pd in cerca di strategia Letta non molla Draghi Ma c’è la corrente-Conte

Il Nazareno unito nel sostenere il governo per allontanare le elezioni. Dalla Thailandia Bettini (ex guru di Zingaretti) prende le difese dei grillini

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di Ettore Maria Colombo

Il Pd sostiene Draghi e il suo governo con forza e convinzione, vuole che vada avanti a lavorare e che si voti non prima almeno del marzo 2023. Letta, a sera, prima di incontrare i suoi gruppi è ottimista (a loro l’avvertimento: "Se cade Draghi arriva l’applauso di Putin, è questo che vogliamo?"). Il segretario dem è uscito "confortato" dall’incontro con Draghi ("ci sono spiragli", dice ai suoi) e si riconferma l’obiettivo di "cercare spazi di costruzione e mediazione per arrivare all’obiettivo, la continuità del governo e della legislatura con la maggioranza più larga possibile, date le condizioni". Insomma, Letta è sicuro che "si voterà a marzo del 2023", non prima, a ottobre, e che Draghi resterà in sella.

La giornata di Enrico Letta inizia prestissimo e finisce tardissimo. Si comincia con il segretario che varca il portone di palazzo Chigi alle nove del mattino e si chiude con l’assemblea congiunta dei gruppi parlamentari dem che inizia alle 21.30. Solo che l’incontro tra Draghi e Letta era nato come un incontro per ribadire lealtà e fermezza, ma diventa un incontro con gaffe incorporata. "Il Pd sostiene il governo Draghi nel merito dei contenuti e nel metodo dell’azione. Ci appelliamo a tutti i partiti a non porre veti e continuare a sostenerlo oggi, votando la fiducia", dicono subito dal Nazareno. Fin qua, tutto bene. Solo che, appena si diffonde la notizia del rendez vous, il centrodestra di governo si inalbera: si dice "sconcertato" dall’incontro, si chiede se "è un governo di coalizione o del Pd". Ecco perché fonti dem sono costrette, ma molto più avanti, a smentire che l’incontro sia stato chiesto da Draghi e precisare che è stato voluto “solo“ da Letta...

Detto della gaffe, va pur sottolineato che il sostegno del Pd a Draghi e al suo governo è davvero corale. Il Pd è in “assemblea permanente“, modalità M5s, (ministri, capigruppo, segreteria, gruppi), ma con il pregio di mostrare una unica linea: il voto ora sarebbe una iattura, Draghi deve andare avanti, chi non gli vota la fiducia è un "irresponsabile" e, con loro (chiunque siano: M5s o altri) non ci si può alleare, né fra tre mesi né tra sei mesi né mai. Questo è quanto emerge dal coordinamento politico del pomeriggio, cui partecipano anche i tre ministri (Franceschini, Guerini e Orlando) con il segretario collegato da remoto che non vuole entrare nello specifico dell’incontro con Draghi ("qui siamo in troppi e la cosa è troppo delicata"), ma che sottolinea – e ha sottolineato a Draghi – gli appelli affinché resti, da quelli dei sindaci (in prima fila i dem) alle categorie fino ai cittadini.

Però,Letta non si vuole esporre su eventuali scissioni nei 5Stelle (i governisti di Crippa& Co) e punta a tenere dentro “anche“ Conte, al governo, rimarcando che i contatti con lui proseguono. Il che è impresa assai ardua. In ogni caso il Pd, se l’M5s official (il "partito di Conte" come lo bolla Di Maio), dovesse rompere, è disposto ad andare avanti "con chi ci sta", cioè i governisti di Crippa, cui una parte del Pd lavora affinché si stacchi. Il problema, piuttosto, è un altro. Goffredo Bettini – che interviene via Zoom dalla Thailandia – continua a difendere Conte e l’alleanza con i 5S perché "pongono temi sociali". Il governatore Stefano Bonaccini lo attacca ad alzo zero: "Con gli irresponsabili non ci si può alleare né oggi né domani". Ma la discussione sulle alleanze, il Pd la farà dopo. Se si vota, si aprirà da venerdì, se non si vota coverà sotto la cenere, poi esploderà.