Giovedì 25 Aprile 2024

Parigi di nuovo contro l’Italia "Meloni ingiusta sui migranti" Ma la premier evita lo scontro

La presidente del Consiglio minimizza: "Vogliono solo scaricare su di noi i loro problemi interni". Critiche sul dl Lavoro anche dalla ministra spagnola Diaz. E Tajani reagisce: "Inaccettabile".

di Alessandro Farruggia

Resta complicato il rapporto tra l’Europa e il governo Meloni. Perché se da un lato ci sono l’intesa cordiale con il britannico Sunak e con i governi conservatori dell’Europa dell’Est con i quali c’è sintonia e amicizia, d’altro lato ci sono parecchi problemi con molte altre capitali e, in parte, con Bruxelles e Strasburgo. Stavolta tocca a Francia (ancora) e Spagna criticare Giorgia Meloni.

La prima salva di colpi arriva dai transalpini. Dopo l’affondo del ministro degli Interni Gérald Darmanin, la settimana scorsa, stavolta l’accusa arriva da Stéphane Séjourné, il giovane e aggressivo capo del partito Renaissance di Emmanuel Macron, nonché dei macroniani al Parlamento Europeo: un fedelissimno del presidente transalpino che nei giorni scorsi su Twitter era sceso in difesa di Darmanin affermando che "ha avuto ragione a denunciare l’incompetenza e l’impotenza dell’estrema destra europea di fronte all’immigrazione clandestina. Sapevamo che il loro approccio non è né giusto né umano: constatiamo oggi che è anche inefficace".

Ieri, al Figaro, nuova bordata: "L’estrema destra francese prende per modello l’estrema destra italiana. Si deve denunciare la loro incompetenza e la loro impotenza. Meloni fa tanta demagogia sull’immigrazione clandestina ma la sua politica è ingiusta, disumana e inefficace". Nonostante la volontà di ricucire dopo l’ennesimo scambio di accuse, l’immigrazione è ancora terreno di scontro tra i governi dei due Paesi. Ma la lettura che si dà in Francia è che l’obiettivo degli esponenti del partito di Macron sia non tanto la Meloni in quanto tale, ma, di sponda, il partito della Le Pen.

La stessa Meloni sembra esserne convinta, e proprio per questo la premier decide di non alzare più di tanto il livello dello scontro tra paesi. "Io credo – dice da Praga dove è è in missione per incontrare l’amico premier Petr Fiala – che si utilizzi la politica degli altri governi per regolare i conti interni. Non mi sembra una cosa ideale sul piano della politica e del galateo, però ognuno fa le scelte che vuole fare. Queste dichiarazioni così aggressive a favore di telecamera mi pare parlino all’opinione pubblica francese. Evidentemente c’è qualche problema di tenuta del consenso, ma è un problema interno. Non mi ci voglio infilare, a me interessa quello che dicono gli italiani del lavoro che faccio".

"Immagino – aggiunge Meloni – che vedrò Macron nei prossimi giorni", e tra G7 e Consiglio d’Europa "le occasioni saranno molte. Non mi risulta che ci siano problemi bilaterali tra Italia e Francia". Tra i partiti al governo dei due Paesi invece sì. Più sbrigativo con i francesi, al solito, Matteo Salvini: "Toni inaccettabili e offensivi. La Francia non può dare lezioni a nessuno. Portino rispetto al governo italiano".

Con la Spagna va in onda lo stesso schema: governo in carica contro gli alleati di Meloni in patria, in questo caso governo Sanchez contro i nazionalisti di Vox. "La Meloni – ha sparato ad alzo zero la vicepremier spagnola Yolanda Diaz, numero tre del governo di sinistra di Pedro Sanchez – ha emanato il 1 maggio un decreto contro i lavoratori e il ritorno ai contratti spazzatura". A lei risponde il ministro degli Esteri e vicepremier, Antonio Tajani. "Parole inaccettabili sulle scelte del governo. Le difficoltà elettorali del suo partito non giustificano offese ad un partner e alleato europeo". Anche se poi, pure lui per non avvelenare troppo il clima, spiega: "C’è molta campagna elettorale in quello che viene detto".