Roma, 28 maggio 2024 – Non si può parlare di incidente per l’uscita sulla ’frociaggine’ di papa Francesco, "è la stessa Sala stampa vaticana ad asserire che le sue parole sono state riportate in modo inadeguato: si è puntato sulla risonanza mediatica dell’espressione per screditarlo".
In altri termini, si tratta di "un uso politico di una conversazione privata per condizionare il Conclave e mettere a nudo le contraddizioni di un papato che sui gay apre dal punto di vista pastorale, restando tuttavia ancorato ad un impianto dottrinale che, facendo leva sulla legge naturale, non ammette sovrapposizioni fra etero ed omosessualità". Guarda oltre la stretta attualità Daniele Menozzi, professore emerito di Storia contemporanea alla Normale di Pisa, l’autore di una poderosa Storia del cristianesimo affonda lo sguardo alla prossima elezione del Papa, se non dietro l’angolo, non più calendarizzabile alle calende greche, anche solo per l’età dell’87enne Bergoglio.
Ci saranno ripercussioni dopo questo scivolone comunicati vo?
"Non sappiamo quale sia stato il contesto puntuale in cui è maturata l’espressione volgare del Pontefice. Di certo il fronte conservatore avrà gioco facile a sfruttarla per mettere sul chi va là i grandi elettori in Cappella Sistina".
Il Papa ha comunque chiesto scusa, non basta?
"Non è un’espressione diretta dello stesso. È piuttosto una nota frutto di una decisione assunta nel governo della Chiesa per placare le polemiche. Poi non escludo che Francesco, come ha fatto altre volte, alla prima occasione utile, faccia ammenda in modo diretto".
Rispetto ad un errore di comunicazione?
"Difficile derubricare a un incidente quanto è successo. La nota stessa lascia intendere che qualcuno abbia sfruttato ad arte la non conoscenza del Pontefice argentino del senso offensivo della parola ’frocio’".
Quale è la partita in gioco?
"I conservatori, da sempre capaci di tessere rapporti e reti, vogliono portare sul soglio petrino una figura che sappia armonizzare una ferma dottrina sull’omosessualità, mai scalfita da Bergoglio, con un rigido approccio sul piano pratico. Tutto ciò che il Papa in carica non ha inteso e non intende fare".
Insomma, Francesco non ha cambiato idea sugli omosessuali, è sempre lo stesso del ’chi sono io per giudicare un gay che cerca Dio?’ e della benedizione delle coppie dello stesso sesso?
"Assolutamente sì, la sua linea votata all’incontro e alla misericordia non è venuta meno. Lo ribadisce la stessa nota vaticana. Così come permane, in ragione della sua formazione, la condanna dell’omosessualità, sia come condizione, sia come pratica sessuale. Lui non cambia il Catechismo ".
Come vede il fronte riformista al prossimo Conclave?
"Disunito ed eterogeneo. Potrebbe sfruttare quanto successo per dire che bisogna conciliare la dottrina e la pastorale, cioè per denunciare come l’approccio alla sessualità, basato su una interpretazione fissista della legge naturale, non solo è stato controverso nel corso della storia della Chiesa, ma ora non è più in grado di garantire un efficace intervento della stessa nel presente. L’impresa è ardua, manca un nuovo cardinale Carlo Maria Martini. Al massimo i riformisti potranno provare a lanciare la volata a un candidato in grado di allargare ulteriormente la pastorale".
Era da aspettarsi una gaffe così clamorosa da parte di un Pontefice che ama esprimersi senza filtri?
"Prima o poi sarebbe accaduto, anche se non è il primo passo falso, né sarà l’ultimo. C’è da scommetterci, il Papa non cambierà stile".