Palermo, 8 maggio 2024 – Non sembravano esserci dubbi: il caso di via Notarbartolo, a Palermo, è stato subito descritto come l’ennesimo omicidio-suicidio, dove a sparare sarebbe stata la donna. Pietro Delia e Laura Lupo sono stati trovati senza vita in casa sabato scorso. Lui con 4 proiettili al torace e all’addome, lei con una ferita d’arma da fuoco al collo e una alla testa e la pistola in mano. Nell’appartamento nessun segno di effrazione. Lupo, agente della polizia municipale, 62 anni, ha sparato al marito con la pistola di ordinanza, si è detto. Poi ha rivolto l’arma contro se stessa.
Ma in questa ricostruzione apparentemente lineare dei fatti c’è un ‘vulnus’, un elemento che solleva per lo meno qualche domanda. L’autopsia ha confermato: Laura Lupo ha due ferite, una al collo e una alla testa. Come ha fatto a spararsi due volte? Dall’esame sul corpo sembra infatti improbabile che la donna, dopo essersi colpita una prima volta, possa essere stata in grado di premere una seconda volta il grilletto.
Chi conosceva la coppia è incredulo: marito e moglie, lui commercialista di 65 anni anni, lei agente in servizio presso il giudice di pace, erano tornati insieme dopo un periodo di separazione. Nulla faceva pensare che i rapporti fossero talmente esacerbati da portare a un simile epilogo. Si è parlato di una crisi in atto fra i due, notizia che però al momento non trova conferme. Il comandante della polizia municipale Angelo Colucciello descrive la collega come “caratterizzata da una grande pacatezza e signorilità nel comportamento”, preparata e professionale. Insomma “irreprensibile”.
Le indagini dunque sono tutt’altro che chiuse. A scoprire i cadaveri sono stati i vigili del fuoco chiamati dai vicini e dalla figlia che non riusciva a mettersi in contatto con i genitori. La giovane, anche lei commercialista, aveva un appuntamento con il padre per andare allo studio di via Nicolò Gallo. Ma l’uomo non si è mai presentato.