Martedì 30 Aprile 2024

Militari drogati, città assediate. Mosca alza il tiro ma perde il super generale

Odessa nel mirino. Affondato dai siluri russi un cargo estone nel Mar Nero. Putin omaggia il comandante caduto, "eroe di Siria e Crimea"

Un gruppo di soldati russi catturati nella regione di Kherson

Un gruppo di soldati russi catturati nella regione di Kherson

In Ucraina oggi è il nono giorno di guerra. Occhi e satelliti sono puntati su Odessa. "L’operazione militare speciale" – l’ipocrita definizione di Putin all’invasione in corso – fa rotta sul Mar Nero.

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Le cifre sui caduti e la vittima illustre

Secondo l’Ucraina, i russi morti sarebbero già 9mila. Mosca ammette solo 498 caduti, ma uno particolarmente illustre: Andrei Sukhovetsky, comandante degli Spetsnaz – le forze speciali – vice capo della 41esima armata, "eroe" di Abkhazia, Siria e Crimea. Putin lo ricorda in tv. Ed è la prova che gli ucraini sanno reagire chirurgicamente.

Odessa aspetta l'attacco dal mare

Caduta Kherson, alla foce del Dnepr, decisiva per i rifornimenti idrici alla Crimea, tocca alla mitica città portuale fare i conti con l’avanzata russa. Davanti a Odessa si stagliano quattro grandi navi da guerra e tre motoscafi armati di missili. Tutto congiura per lo sbarco in forze in una città che i russi considerano propria. Dalla fondazione decisa dalla zarina Caterina II nel 1794, all’annunciata caccia ai responsabili dell’incendio del 2014 nel palazzo dei sindacati (con decine di morti fra i manifestanti filorussi), lo stato maggiore di Putin vede nella presa di Odessa l’atto ineludibile di un’immaginata restaurazione.

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Cargo estone affondato dai siluri russi

La costa è già dominio di Mosca, che semina terrore. Il cargo estone Helt, battente bandiera panamense, cola a picco in pochi secondi colpito da siluri (salvi i membri dell’equipaggio). Un messaggio trasversale per Tallin, la capitale estone, e per gli altri Paesi baltici ex sovietici ora protetti dalla Nato. Colpito anche un cargo bangladese nel porto di Olvia (un morto).

La caduta di Kherson, il dolere di Maiupol

La linea costiera da ovest a est propone istantanee molto diverse. A Kherson il sindaco prova a minimizzare i rischi per la popolazione civile: chiede ai russi "di non sparare alle persone" e ai concittadini "di non provocare" i militari. Mariupol, strategico porto sul Mare d’Azov – stretto tra la Crimea annessa da Mosca nel 2014 e l’oblast russo di Rostov sul Don – è invece allo stremo. Fonti locali descrivono "militari russi impasticcati fino agli occhi". Gli invasori bombardano senza pietà. Un assedio medievale. La città è senza acqua, elettricità, riscaldamento. I russi sono pronti a tutto. Anche ad affamare la gente. Colpiscono persino i supermercati in pieno giorno. Nell’ospedale con 200 feriti la fornitura elettrica è faticosamente ripristinata.

Kharkhiv città martire

Igor Terekhov, sindaco di Kharkhiv, la seconda città del Paese martoriata dall’artiglieria russa, promette: "Resisteremo". Lo scempio di attacchi sistematici "contro le zone residenziali" rende la gente "più unita che mai". Bombardamenti indiscriminati contro obiettivi civili si segnalano anche a Chernihiv, 150 km da Kiev: colpite due scuole ed edifici privati, bilancio di almeno 33 morti. Ora preoccupano i bombardamenti di Mosca nella zona della centrale nucleare di Zaporizhzhia. "Tutto può accadere", avvisa l’Aiea. La colonna di tank russi verso Kiev – sfigurata dal conflitto – si muove a rilento: sulla capitale vegliano il Dnepr e tre ponti minati. La resistenza ucraina moltiplica coraggio e risultati. Il governo comunica la distruzione di 217 tank nemici, 90 pezzi di artiglieria, 900 blindati, 42 lanciarazzi, 30 aerei, due unità navali e tre droni. E da ieri a Bucha, non lontano da Kiev, risventola la bandiera nazionale.