Lunedì 29 Aprile 2024

Migranti, accordo Italia-Tunisia sui rimpatri. Da ottobre più voli straordinari

Si passerà da due a quattro voli settimanali. Obiettivo è replicare il modello in altri Paesi. E mercoledì la Commissione Ue presenta la attesa riforma delle regole di Dublino.

Migranti soccorsi in mare e rifocillati (ImagoE)

Migranti soccorsi in mare e rifocillati (ImagoE)

Roma, 21 settembre 2020  - Il lavoro ai fianchi fatto dal ministro dell’Interno Luciana Lamorgese sul governo di Tunisi ha sortito l'effetto sperato. Nelle prossime settimane partiranno i rimpatri straordinari verso la Tunisia, resi necessari. dall'incremento degli sbarch dei migranti tunisini registrato in questo 2020. Dai due voli alla settimana per complessivi 80 clandestini a settimana, si passerà ad ottobre a quattro voli: un raddoppio secco. Un primo impegno dela Tunisia ad autorizzare i voli straordinari era stato assunto lo scorso 27 luglio in occasione del primo viaggio a Tunisi della responsabile del Viminale, ed è stato ribadito il 17 agosto in occasione della missione a Tunisi di Luciana Lamorgese e  Luigi Di Maio e dei commissari Ue Yilva Johansson e Oliver Varhely. Adesso, dicono fonti governative, è giunta la conferma: Tunisi ha mantenuto la parola, i charter potranno partire. 

Dal 1 gennaio 2020 ad oggi il numero complessivo dei ripatriati è pari a 1.828, di cui 717 in Tunisia e 384 in Albania. 710 sono i rimpatri effettuati dopo il lockdown. In particolare, verso la Tunisia sono ripresi, lo scorso 16 luglio, i voli charter bisettimanali: in una prima fase per un numero massimo di 20 espulsi per volo, dal 10 agosto 40 per volo (80 su base settimanale), secondo quanto previsto dagli accordi vigenti con il Paese nordafricano, consentendo l`allontanamento dal territorio nazionale, da quella data ad oggi, di 536 cittadini tunisini. Sono complessivamente 710 i rimpatri avvenuti dopo il periodo di lockdown

Adesso l'obiettivo del Viminale è replicare il virtuoso modello Tunisia. Intensificare e velocizzare i rimpatri èo l'impegno chiesto dal ministro dell'Interno Luciana Lamorgese nella sua visita ad Algeri dello scorso 15 settembre, impegno su cui c'e' stata - secondo fonti del Viminale - la massima disponibilita' del Paese nordafricano. Vedremo. 

Proseguono intanto, sulla base dell`accordo di Malta, i ricollocamenti di richiedenti asilo in Europa: 60 partiranno il prossimo 24 settembre verso la Germania e altri 67 saranno trasferiti il 1 ottobre in Francia. Sono in corso di organizzazione i ricollocamenti in Portogallo, Romania e Finlandia.  Dopo Malta sono stati ricollocati 689 richiedenti asilo in altri paesi europei, di cui 189 dopo il periodo di lockdown, in cui le procedure di ricollocamento sono state sospese per poi riprendere lo scorso 25 giugno. I ricollocamenti sono avvenuti, su base volontaria, in 11 Paesi europei e hanno riguardato complessivamente, dal 1° gennaio 2019 al 12 agosto 2020, 814 richiedenti asilo. I Paesi in cui è stato effettuato il maggior numero di trasferimenti sono: Francia, con 422 richiedenti asilo (di cui 369 dopo Malta e 62 dopo il lockdown), e Germania, con 246 richiedenti asilo (di cui 238 dopo Malta e 106 dopo la ripresa dei voli charter). Seguono il Portogallo con 60 trasferimenti, l`Irlanda con 29, il Lussemburgo con 23 e la Spagna con 15.

Mercoledì la Commissione Europea presenterà la nuova revisione delle regole di Dublino. La terza edizione del regolamento di Dublino, in vigore dal 2013, verra' profondamente modificata.  La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, in un intervento al Parlamento Europeo successivo al suo primo discorso sullo Stato dell'Unione, ha promesso che il 'Nuovo patto' che annuncera' il 23 settembre includera' "un sistema  i governance europea con strutture comuni sull'asilo e il rimpatrio", ma anche "un forte meccanismo solidale". Sembra di capire, come affermato dalla stessa Von der Leyen  che l' Ue voglia fare una chiara distinzione tra "coloro che hanno diritto di rimanere da coloro che non ne hanno diritto". E dunque mettere su un meccanismo condiviso di rimpatri, che magari metta tutto il peso negoziale dell' Ue nel rapporto con gli Stati partner. Ma il diavolo, come sempre, è nei dettagli.  Von der Leyen  ha parlato di un sistema comune per gestire l'asilo, ma non ha chiarito un punto non trascurabile della questione: i migranti che arrivano irregolarmente in un Paese Ue (o con un visto turistico poi scaduto) e che non fanno domanda di asilo che fine faranno? Lo stesso interrogativo si pone per quelli che fanno domanda d'asilo e che se la vedono rigettata in prima istanza.