Mercoledì 8 Maggio 2024

Migranti, ong Mediterranea soccorre gommone in difficoltà. "Ora porto sicuro"

Salvini: "Vadano a Tunisi". Sul posto stava arrivando anche la Guardia costiera libica, che però aveva avvertito: "Non vogliamo scontri"

Un gommone con migranti nel Mediterraneo (Ansa)

Un gommone con migranti nel Mediterraneo (Ansa)

Roma, 4 luglio 2019 - Ancora migranti a rischio in mare, mentre la Libia sta valutando l'ipotesi di rilasciare tutti quelli che si trovano nei suoi centri di detenzione. La nave 'Alex' di Mediterranea Saving Humans ha individuato, durante un pattugliamento, un gommone in pericolo con 54 persone a bordo (tra cui 11 sono donne, di cui una incinta, e 4 bambini). Il veliero della ong italiana è quindi intervenuto in loro soccorso e ora chiede un porto sicuro. A darne notizia è la stessa ong con un tweet.

Poco prima, sempre via Twitter, Mediterranea aveva fatto sapere di aver avvertito il coordinamento di ricerca e soccorso della Guardia Costiera (IMRCC) di Roma che, a sua volta, ha risposto che la "Guardia Costiera libica coordina l'evento SAR e sta mandando una motovedetta". L'imbarcazione della ong aveva comunque fatto sapere di essere diretta sul posto perché i migranti "devono essere salvati, non riportati in Libia".

La nave ha iniziato oggi a monitorare l'area del Mediterraneo centrale. 'Alex', aveva affermato poco prima sui social la ong italiana, è "in pattugliamento insieme ad Open Arms in SAR libica, cioè la zona in cui la responsabilità di intervento in caso di naufragio sarebbe della cosiddetta "guardia costiera libica". "Nel corso del nostro pattugliamento - aveva aggiunto - abbiamo incontrato il relitto di un gommone. Quasi sicuramente un naufragio. Quanti morti non lo sapremo mai. Un relitto di un 'rubber boat' semiaffondato con tanto di motore. Nessuna indicazione di rescue completato. C'è la seria possibilità che si tratti dei resti di un naufragio 'fantasma"'. Nel silenzio - è stata la conclusione di Mediterranea - l'umanità muore. Senza testimoni".

LA GUARDIA COSTIERA LIBICA - "Non siamo ancora riusciti a localizzare il gommone che ha lanciato l'allarme ma in caso di intervento anche di una nave delle Ong noi non entriamo in azione perché non vogliamo scontri, lo segnaliamo semplicemente alla controparte europea e italiana", aveva intanto risposto il portavoce della Guardia costiera libica, l'ammiraglio Ayoub Qassem, all'Agi. Qassem che conferma l'impegno della Guardia costiera libica "nelle operazioni di soccorso nonostante tutte le difficoltà" accusa le Ong di "voler infangare" la loro immagine e di "favorire i trafficanti di essere umani".

Salvini: "Mediterranea vada a Tunisi"

Il salvataggio odierno riapre così il braccio di ferro tra ong e Viminale. "Gli immigrati presi a bordo da Mediterranea sono in acque libiche, e attualmente sono più vicini di decine di miglia nautiche alla Tunisia rispetto a Lampedusa. Se questa ong ha davvero a cuore la salvezza degli immigrati faccia rotta nel porto sicuro più vicino, altrimenti sappia che attiveremo tutte le procedure per evitare che il traffico di esseri umani abbia l'Italia come punto di arrivo", ha infatti subito dichiarato il ministro dell'Interno Matteo Salvini. Proprio a largo delle coste tunisine di Zarzis, ieri sera, si è verificato un naufragio e risultano disperse 82 persone, secondo quanto riferisce l'Organizzazione internazionale per le migrazioni.