"Vergogna! Bibi dimettiti! In galera!". Il dolore si trasforma in rabbia, le lacrime in urla. Contro Benyamin
Netanyahu, colpevole di "non fare nulla" per la sorte degli ostaggi – almeno 120 – rapiti da Hamas. E che per questo, ora, "deve andarsene". I familiari dei rapiti si sono radunati ieri nei pressi del ministero della Difesa a Tel Aviv per chiedere di agire per i loro cari, inghiottiti dal buio di Gaza. "Adesso!", scandiscono, brandendo le loro foto e cartelli con su scritto, in ebraico e in inglese, "Riportateli a casa!". Il primo a fermarsi è stato un padre che cerca i suoi tre figli portati via dai terroristi: "Non me ne vado da qui finché non tornano". A lui si sono via via uniti altri genitori, sorelle, amici.
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