
Intercettazioni della polizia all'asilo di Isernia (Ansa)
Torino, 29 gennaio 2019 - Altro caso di maltrattamenti in un asilo nido. A Torino due maestre italiane, T.S. e M.F., impiegate in una struttura privata sono finite in manette con l'accusa di maltrattamenti continuati, in concorso, aggravato dalla minore età delle vittime. Le due donne avevano allestito in una mansarda, senza riscaldamento, un asilo nido privato. Una struttura illegale che inoltre ospitava un numero di bambini, di età compresa tra i 3 mesi e i 3 anni, superiore a quello permesso nell'autorizzazione comunale.
La polizia ha appurato che i bambini non venivano nutriti in maniera non adeguata, e le norme igienico-sanitarie erano assenti. I piccoli non venivano cambiati e lavati. Gli investigatori hanno anche evidenzato il comportamento irresponsabilie delle due maestre che avrebbero impedito ai piccoli di dormire, portandoli a fare commissioni nonostante il gelo invernale.
Dalle infagini è anche scaturita la crudeltà delle due donne che strattonavano i bambini e li lasciavano piangere per ore per la fame o per il sonno. Chi non smetteva per punizione veniva rinchiuso solo in una stanza. La polizia sarebbe stata allertata da alcuni dipendenti. Le due donne sono in carcere.
A condurre le indagini è stato il Gruppo Fasce Deboli della Procura del capoluogo piemontese. Quello di oggi non è il primo caso di maltrattamenti su giovanissimi scolari del 2019, e si aggiunge a quello delle tre maestre e una bidella arrestate in un asilo della provincia di Roma, e alle altre due sospese in una materna di Cassino, stessa sorte delle due di Venafro (Isernia). Indagini ancora aperte invece per la Procura di Tempio Pausania, in Sardegna, su un caso di presunti maltrattamenti all'asilo nido comunale di Arzachena. Indagate la coordinatrice della scuola e la rappresentante della cooperativa che gestisce il servizio.
"IL MIO ERRORE ERA TRATTARLI COME FIGLI MIEI" - Una delle due maestre si è giustificata: "Il mio errore è stato quello di pensare ai bimbi del nido come se fossero i miei bambini". la donna è madre e figlia titolari di un nido famiglia di Torino. Il difensore, l'avvocato Andrea Serlenza: "La mia assistita ha ammesso alcune situazioni che non erano perfettamente compatibili con un nido, ma ben lontani dall'essere qualificabili con maltrattamenti. Un esempio? Il fatto che non permettessero ai bambini di dormire alle 10 del mattino era semplicemente per abituarli a un corretto alternarsi di sonno e veglia".
Tra le accuse anche quella di aver scambiato i ciucci o i cucchiaini tra i piccoli, il legale spiega: "Poteva capitare, ma non era sicuramente un'usanza. La mia assistita ha spiegato di aver agito come se quelli fossero figli suoi".