Lunedì 29 Aprile 2024

Ma il messaggio del Papa non sta nel miracolismo

Giovanni

Panettiere

Che il Papa invii un messaggio ai giovani riuniti al meeting di preghiera a Medjugorje di per sé fa notizia. Che lo faccia a 40 anni dalle prime controverse apparizioni della Madonna è ancora più rilevante. Non solo il gesto fa capire che il saluto del 2020 non è stato un’eccezione, ma finisce anche, complice l’anniversario, per accrescere le speranze di chi spinge per il riconoscimento ufficiale delle presunte visioni. Eppure il pellegrinaggio di milioni di fedeli ogni anno prima del Covid non è sinonimo di autenticità. I dubbi sul ‘fenomeno Medjugorje’ restano. A partire dal fatto che le apparizioni continuerebbero ancora oggi, a cadenza regolare, per la fortuna (a 360 gradi) dei veggenti. Si sa che anche Benedetto XVI nutriva delle perplessità.

Indiscrezioni raccontano che la commissione d’indagine da lui voluta abbia espresso parere positivo sulle visioni iniziali e sospeso tuttavia il giudizio sulle altre. Due anni fa Francesco ha autorizzato i pellegrinaggi, distinguendo i presunti eventi soprannaturali dai possibili doni di grazia per chi nella pace spirituale del paesino bosniaco si converte. È in questo contesto di attenzione al cammino interiore dei singoli che si colloca il suo ultimo messaggio. Il resto sono forzature. "Maria a capo di un ufficio postale, che ogni giorno manda una lettera diversa", per usare una nota battuta del Papa su Medjugorje, ha poco a che fare con la fede. E tanto, troppo con un miracolismo estraneo al messaggio cristiano.