Venerdì 26 Aprile 2024

Lodo Moro e stragi, tra Fiumicino e Bologna. Il patto coi palestinesi durò 7 anni

Lodo Moro, la bomba alla stazione tolse l’immunità all’Italia

La strage all'aeroporto di Fiumicino nel 1973

La strage all'aeroporto di Fiumicino nel 1973

Bologna, 9 ottobre 2015 - Il documento del servizio segreto italiano pubblicato ieri da questo giornale, prova che nel febbraio 1978 era operativo un patto fra l’Italia e i gruppi terroristici palestinesi, un accordo che consentiva ai feddayn di usare il nostro paese come retrovia per uomini e armi in cambio di informazioni e della rinuncia a qualsiasi azione violenta sul nostro territorio. Ovviamente un patto il cui testo non è scritto da nessuna parte, vista la particolarissima natura dell’accordo. Per contestualizzare la vicenda occorre fare un passo indietro nel tempo.

Il terrorismo palestinese agisce per la prima volta in Italia nel luglio del 1968 con un dirottamento di un aereo della El Al partito da Fiumicino. L’anno dopo viene sequestrato un aereo della Twa. Ad agire sono i militanti del Fplp. I terroristi palestinesi dell’epoca erano diversi da quelli di oggi. Niente a che vedere col fondamentalismo islamico, il Fplp era guidato da due medici di originaria religione cristiana divenuti poi marxisti, George Habbash, il leader, e Wadi Haddad, il capo militare. È ordinato da loro il primo attentato palestinese in Italia, che causa un terribile incendio dell’oleodotto di Trieste nell’agosto del 1972.

Nel settembre dell’anno successivo i servizi italiani bloccano un gruppo di palestinesi dell’Olp – l’organizzazione di Arafat – che, in un appartamento vicino all’aeroporto di Fiumicino, avevano piazzato sul balcone un missile sovietico puntato verso il cielo. Obbiettivo un aereo della El Al. Arrestati, furono rapidamente fatti uscire e portati in Libia con un aereo del Sid, sigla in codice Argo 16, accompagnati dai dirigenti dei servizi. Fu allora che fu stretto l’accordo. Gli israeliani ovviamente non apprezzarono. Argo 16 poco tempo dopo precipitò durante un volo di addestramento e morì l’equipaggio. Quando nel dicembre 1973 ci fu la prima strage di Fiumicino, ad opera di un gruppo palestinese sfuggito al controllo sia dell’Olp sia del Fplp, il governo negò con forza l’esistenza di un patto del genere di fronte ad interrogazioni parlamentari del Msi e del partito liberale. A rispondere fu il sottosegretario alla giustizia Dell’Andro, democristiano, che disse che un accordo del genere "non esisteva perché sarebbe stato inconcepibile".

Eppure cinque anni dopo, in una delle lettere dal cosiddetto carcere del popolo, Aldo Moro si rivolse proprio a Dell’Andro, ricordandogli la vicenda dei palestinesi col missile sul balcone. Moro, all’epoca ministro degli Esteri, ricorda all’allora sottosegretario che il governo scelse la strada dello "stato di necessità". Il documento pubblicato ieri, datato 16 febbraio 1978, avverte la direzione del Sismi di una operazione terroristica programmata da gruppi europei che avrebbe potuto coinvolgere l’Italia. Non si può non pensare proprio al sequestro Moro, avvenuto esattamente un mese dopo. La fonte era di altissimo livello, forse Habbash in persona, e il Fplp aveva accertati contatti con le Br. E anche con i servizi della Germania comunista, la famigerata Stasi. Wadi Haddad morì anni dopo a Berlino Est. Ma non si può razionalmente andare oltre la congettura. Così come per la fine del patto, che viene prospettata come causale di un’altra gravissima vicenda, la strage alla stazione di Bologna. Compare quel giorno una figura legata al terrorista Carlos, che fu pedina usata da Stasi e Fplp. Ma anche in quel caso non si va molto oltre la congettura. L’unica cosa che non si può dire è che, come invece hanno sostenuto i giudici bolognesi, non ci sia prova dell’esistenza del patto, confermato dal documento pubblicato ieri.