Lunedì 14 Luglio 2025
RUBEN RAZZANTE
Cronaca

L’indignazione sui social. Un eccesso che anestetizza

Sui social l’indignazione è ovunque: è rapida, istintiva, spesso feroce. Ed è diventata uno dei principali carburanti delle piattaforme digitali....

Sui social l’indignazione è ovunque: è rapida, istintiva, spesso feroce. Ed è diventata uno dei principali carburanti delle piattaforme digitali....

Sui social l’indignazione è ovunque: è rapida, istintiva, spesso feroce. Ed è diventata uno dei principali carburanti delle piattaforme digitali....

Sui social l’indignazione è ovunque: è rapida, istintiva, spesso feroce. Ed è diventata uno dei principali carburanti delle piattaforme digitali. Ogni giorno ci imbattiamo in contenuti creati appositamente per provocare rabbia e disgusto, e noi, altrettanto prontamente, reagiamo: commentiamo, condividiamo, rilanciamo. Ma serve davvero a qualcosa? Secondo una riflessione proposta da Anna Meldolesi e Chiara Lalli in una traccia dell’esame di maturità 2025, questa reazione emotiva, oggi amplificata dai social media, rischia di rivelarsi sterile.

Condividiamo post che non abbiamo letto, spinti più dal desiderio di mostrare la nostra posizione morale o appartenenza a un gruppo, che da un’autentica volontà di informare o riflettere. E intanto, quell’indignazione che dovrebbe servire a denunciare le vere ingiustizie del mondo viene sprecata su questioni irrilevanti, su fake news, su titoli sensazionalistici. La nostra soglia di attenzione si abbassa, la nostra capacità di indignarci si satura, e la rabbia si disperde in mille rivoli virtuali, alimentando un clima tossico dove spesso l’odio prende il sopravvento.

Questa spirale non solo ci fa perdere tempo, ma ci rende anche più cinici, più divisi, meno lucidi. Un’emozione così potente come l’indignazione meriterebbe di essere usata con più consapevolezza, e non sprecata in un’infinita catena di post e reazioni che, alla fine, non cambiano nulla.