Lunedì 29 Aprile 2024

Puglia, la tangentopoli-bonsai. Dalla coppia glam a Lady preferenze. Tutti i protagonisti

Mazzette in buste gialle e contante nascosto in mezzo alle bistecche: tecniche simili agli anni Novanta. Il sistema non fa capo ai partiti, come nello scandalo che segnò gli anni Novanta, ma ai capibastone locali

Carmen Lorusso, consigliera comunale di Bari, con il marito Giacomo Olivieri

Carmen Lorusso, consigliera comunale di Bari, con il marito Giacomo Olivieri

Roma, 13 aprile 2024 – C’è una tangentopoli-bonsai in Puglia? Forse l’interrogativo può apparire un filo esagerato, ma se ci si ferma a osservare le modalità operative si capisce che le tecniche sono quelle degli anni Novanta: mazzette in buste gialle, denaro nascosto nei caveaux di casa, contante trasportato sotto le bistecche. Solo che stavolta il "sistema" non fa capo ai partiti, ma ai capibastone che hanno ridotto i movimenti politici a loro irrilevanti foresterie. Agendo indisturbati per anni, perché i magheggi si sono svolti nella comoda ombra assicurata da personaggi come il governatore-sceriffo della Puglia, Michele Emiliano, e il sindaco di Bari, il più amato dagli italiani, Antonio Decaro. Su di loro tanti mettono la mano sul fuoco, ma monta l’accusa verso Emiliano, che ha sottovalutato per anni quello che accadeva nel suo cerchio magico. Allora, nel dedalo di questa tangentopoli-bonsai che ha ridotto a pezzi il campo largo, conviene rimettere i personaggi al centro della scena.

La coppia glam 

Tutto inizia con loro, Carmen Lorusso, consigliera comunale di Bari, eletta nel centrodestra, passata nella maggioranza di Decaro, e il marito avvocato, Giacomo Olivieri, ex consigliere regionale. La procura scopre che la coppia vip (ospite in ogni festa che conti a Bari) è al centro di un intreccio tra mafia barese, politica e affari e al tentativo di condizionare il voto alle Comunali di maggio 2019 vinte dal centrosinistra. Le infiltrazioni avrebbero raggiunto anche la municipalizzata del trasporto urbano barese Amtab. Un quadro che spinge il Viminale a inviare al Comune di Bari una commissione d’accesso.

Lady preferenze 

Neanche il tempo di far posare la polvere sulle polemiche di Bari, che piomba un tornado sulla Regione. Finisce ai domiciliari, con l’accusa di corruzione elettorale, Sandro Cataldo, referente del movimento politico "Sud al centro" e marito dell’assessora regionale Pd ai Trasporti Anita Maurodinoia (indagata) conosciuta come ‘Lady preferenze’ per aver incassato 19.700 voti nel 2020. L’inchiesta riguarda la compravendita di voti anche per le elezioni comunali di Triggiano del 2021, nelle quali è stato eletto sindaco Antonio Donatelli, anche lui arrestato. Dalle intercettazioni risulterebbe che ogni voto comprato è costato 50 euro. La vicenda allunga un’ombra soprattutto sul Pd. Perché nominare Maurodinoia assessora nella giunta Emiliano in quota Pd e candidarla al Parlamento, nelle liste democrat, in posizione eleggibile (è la prima dei non eletti)?

I fratelli Pisicchio

Ormai è una slavina. La bufera giudiziaria colpisce l’ex assessore della giunta Emiliano, Alfonso Pisicchio, uno dei "delfini" dell’ex pm, e suo fratello Enzo, entrambi agli arresti domiciliari. I reati contestati vanno dalla corruzione alla truffa, dal falso alla turbata libertà degli incanti. Poche ore prima di essere arrestato, Alfonso si era dimesso dalla guida dell’"Agenzia per la Tecnologia" della Puglia. Per il gip che ha firmato l’arresto "nel periodo in cui era assessore della giunta della Regione Puglia avrebbe utilizzato la sua influenza politica e le sue relazioni, tramite suo fratello Enzo, per una gestione clientelare del suo ruolo, con favoritismi per ottenere ritorni in termini di consenso elettorale, mediante assunzioni nelle imprese favorite o avvantaggiate di persone che assicurano il voto e che avevano militato anche nel suo partito ‘Senso Civico’".

Le mazzette

Sullo sfondo un giro vorticoso di denaro contante. Enzo Pisicchio aveva nascosto 65mila euro nelle buste dell’immondizia, mentre un altro degli arrestati, Elio Sannicandro, ingegnere e manager di fiducia del governatore Emiliano, aveva diecimila euro nella cassaforte di casa. Mario Lerario, il super dirigente della Protezione civile, l’uomo dell’ospedale Covid, i contanti invece se li era fatti consegnare in modo più creativo. In un pacco di carne con sopra scritto: "La manzetta". Bastava sostituire la n con la z per capire.

La dirigente buona 

Che ci fossero sospetti su Alfonso Pisicchio si sapeva da quasi cinque anni. La direttrice del dipartimento regionale Mobilità, Barbara Valenzano, nel 2019, aveva portato ai carabinieri del Noe alcuni documenti su movimenti sospetti. "Un atto dovuto", dice lei. Gli inquirenti lo considerano il punto di partenza dell’inchiesta che ha inchiodato i fratelli Pisicchio.