Giovedì 9 Maggio 2024
DORIANO RABOTTI
Cronaca

La guerra nello sport Non stringe la mano all’avversaria russa Squalificata atleta ucraina

Mondiali a Milano, la schermitrice di Mosca ha protestato per 45 minuti . La campionessa di Kiev è stata poi rimossa dal tabellone: "Decisione crudele". Il caso diventa politico: interviene anche ministro degli Esteri dell’Ucraina.

La guerra nello sport  Non stringe la mano  all’avversaria russa  Squalificata atleta ucraina

La guerra nello sport Non stringe la mano all’avversaria russa Squalificata atleta ucraina

di Doriano Rabotti

Quando la guerra entra nell’arena dello sport si può vincere anche restando seduti su una sedia per tre quarti d’ora. Anche se in realtà ieri alla fine hanno perso tutti, sulla pedana di mondiali di scherma di Milano.

Dove la clamorosa protesta della spadista russa Anna Smirnova ha ottenuto due risultati: ha lasciato un’immagine che resterà nella galleria dei gesti ‘politici’ clamorosi dello sport, e ha portato all’eliminazione di Olga Kharlan, ucraina adottata da Bologna dove vive con il fidanzato, l’azzurro Luigi Samele. La colpa di Olga? Non aver dato la mano all’avversaria che aveva appena battuto. Alla fine nessuna delle due è andata avanti, perché quel mancato saluto è costato la squalifica alla Kharlan, non è bastato l’intervento del ministro degli Esteri ucraino.

Sembra una macabra barzelletta, al confronto di un conflitto che ogni giorno chiede un atroce tributo di vite umane. Eppure è andata proprio così.

Non è la prima volta, da quando è iniziata la guerra, che un campo sportivo diventa teatro di battaglia politica. In fondo lo sport è una forma di guerra mascherata da pace, solo che a volta la maschera cade. Nel tennis si sprecano i rifiuti e i gesti plateali anche nei confronti dei propri governi, come per la bielorussa Sabalenka che si è dissociata da Lukashenko. Ieri il corto-circuito è stato paradossale: alla fine la Kharlan ha pagato per aver accettato di confrontarsi, a differenza di tanti suoi connazionali. Il giorno prima uno schermidore ucraino si era rifiutato di ’tirare’ contro un russo, rinunciando per protesta al proprio sogno mondiale. Ieri la federazione ucraina aveva dato il via libera ai suoi atleti contro atleti russi senza bandiera, e così la Kharlan ha affrontato e battuto sul campo la Smirnova. Poi le ha offerto il saluto con la sciabola, ma non le ha dato la mano: a quel punto la Smirnova si è accampata in pedana, seduta su una seggiolina, e i ricorsi dei russi hanno portato alla squalifica dell’ucraina. "È una decisione crudele, le ho offerto la lama, l’arbitro mi ha detto che potevo andare, poi mi hanno dato il cartellino nero. La Federazione mondiale sta distruggendo tutto", ha detto la Kharlan. Il suo fidanzato, Luigi Samele, ha affidato ad un post la sua delusione: "Nella mia carriera ho visto e capito tante cose che mai e poi mai avrei voluto vedere e capire. Oggi per la prima volta, mi vergogno di far parte di questo sistema dove la prepotenza vince sull’onestà".

Anche il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba è intervenuto ("Anna Smirnova ha perso sul campo e ha deciso di giocare sporco"), mentre Mykhailo Podolyak, consigliere di Zelensky, ha postato una vecchia foto della Smirnova che sorride al fianco di un soldato russo e fa il segno della vittoria con le dita.