Lunedì 20 Maggio 2024
GIOVANNI PANETTIERE
Cronaca

Covid, AstraZeneca esce di scena. Ritirato il vaccino: ormai è superato: "Ma ha salvato 6,5 milioni di vite"

La decisione del gruppo farmaceutico dettata da ragioni commerciali: "Ci sono profilassi più aggiornate". Il medicinale è finito al centro di polemiche per le reazioni letali. Ma il tasso è di 1,04 per 100mila dosi.

Il vaccino anti-Covid di AstraZeneca va in pensione in tutto il mondo. Dopo aver contribuito a salvare milioni di vite – per l’esattezza, 6,5 solo nel primo anno di utilizzo, stando a stime indipendenti –, la profilassi è stata ritirata per ragioni commerciali dato il calo della domanda. Il siero, a vettore virale, è stato uno dei primi ad essere immesso sul mercato nel 2021, in piena pandemia, aprendo così la strada ad una serie di farmaci più aggiornati, ad mRna che, a differenza dei tradizionali vaccini, stimola il sistema immunitario a creare anticorpi per proteggere l’organismo dal Coronavirus.

"Considerata la quantità di vaccini disponibili ed efficaci per le nuove varianti di Covid-19, non c’è più stata domanda per il vaccino Vaxzevria che di conseguenza non è più stato prodotto né distribuito – ha spiegato l’azienda anglo-svedese –. Non prevedendo quindi una futura domanda per il prodotto, AstraZeneca ha pertanto deciso di ritirare l’autorizzazione all’immissione in commercio in Europa".

Proprio l’altro giorno l’Ema, l’Agenzia europea per i medicinali, aveva annunciato sul suo sito che l’autorizzazione alla vendita di Vaxzevria è stata ritirata "su richiesta del titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio", vale a dire il laboratorio farmaceutico.

AstraZeneca "lavorerà inoltre con altri regolatori in tutto il mondo per avviare il ritiro delle autorizzazioni all’immissione in commercio per Vaxzevria laddove non è prevista una futura domanda per il vaccino".

Negli ultimi mesi la profilassi Vaxzevria, da impiegarsi in due dosi, indicata dai 18 anni in su e autorizzata in quanto sicura, è stata messa sotto osservazione per un effetto collaterale assai remoto: può ingenerare coaguli di sangue e un basso numero di piastrine. In un procedimento legale a Londra, AstraZeneca stessa ha ammesso che il vaccino "può, in casi molto rari, causare sindrome da trombosi con trombocitopenia o Tts". L’eventualità che il farmaco possa essere un fattore scatenante di Tts era indicata nelle informazioni di prodotto disponibili al pubblico, aggiornate in questo senso nell’aprile 2021 con l’approvazione dell’Agenzia del farmaco inglese Mhra.

In Italia un rapporto dell’Agenzia del farmaco specifica che, dal 27 dicembre 2020 al 26 dicembre 2022, su 144.354.770 dosi inoculate (divise tra i vari tipi di vaccini), quelle di AstraZeneca – disponibili a partire dal 1 febbraio 2021 – sono state l’8,4%. Sul totale delle reazioni avverse sospette, pari a 140.595, quelle riconducibili ad AstraZeneca rappresentano, invece, il 17,3%. I casi fatali con questo tipo di profilassi sono stati 33, con un tasso di 1,04 per 100mila dosi somministrate. Come dire, un’incidenza infinitesimale che prova, una volta di più, come il rischio zero in medicina non esiste.

"Siamo incredibilmente orgogliosi del ruolo che Vaxzevria ha svolto nel porre fine alla pandemia – puntualizza AstraZeneca –: secondo stime indipendenti, più di 6,5 milioni di vite sono state salvate solo nel primo anno di utilizzo del siero e più di tre miliardi di dosi sono state distribuite nel mondo".