Domenica 5 Maggio 2024

La figlia è morta per lei Strazio della madre in chiesa

Foggia, al funerale in carrozzina dopo le coltellate del marito: la 16enne le fece da scudo

TORREMAGGIORE (Foggia)

C’è anche lei, Tefta, ai funerali della figlia Jessica. Arriva in sedia a rotelle, appena uscita con un permesso dal Policlinico di Foggia dove è ancora ricoverata per le ferite riportate (sei coltellate). Il capo coperto da un parka nero che la protegge dalla pioggia inclemente, lo sguardo smarrito, gli occhi che vagano nel vuoto. Non dice quasi nulla, mormora solo un "figlia, figlia mia" ogni volta che guarda la bara bianca che contiene il corpo senza vita della piccola eroina che le ha fatto scudo, salvandole la vita dalla furia assassina del marito, il panettiere albanese, Taulant Malaj, in carcere per duplice omicidio.

Tutta Torremaggiore affolla la chiesetta del ‘Gesù Divino Lavoratore’ e il piazzale antistante. Sono passati otto giorni da quella terribile notte tra il 6 e il 7 maggio quando l’uomo, ossessionato dalla gelosia, uccise quello che riteneva il suo rivale, il commerciante Massimo De Santis. E poi rivolse il suo odio criminale contro la moglie, Tefta, colpevole di aver intrecciato una relazione con l’uomo che abitava al piano di sopra, accettando i passaggi nella sua lussuosa Maserati. Jessica, nel tentativo di salvare la madre dalla lama assassina, le aveva fatto da scudo ed era stata mortalmente pugnalata. Uccisa a soli sedici anni. Durante l’omelia, il parroco don Renato Borrelli fa riferimento al suo sacrificio generoso: "Non ti sei salvata dalla furia distruttiva, hai fatto scudo per amore della mamma, hai dato la tua vita per lei. Hai dato la tua vita per amore, piccola e cara eroina. Ora la tua giovinezza è fiorita per sempre in cielo".

Piangono i compagni di scuola del liceo classico Fiani-Leccisotti che Jessica frequentava, sognando un futuro da medico. "Era una ragazza solare – raccontano gli amici di classe della terza A che hanno voluto che il feretro passasse davanti al liceo –. Ci manca la sua risata squillante e contagiosa. Nella nostra classe ora regna il silenzio".

Intanto il legale di Tefta annuncia di aver scritto al sindaco di Torremaggiore, chiedendo una nuova casa per la donna e il figlioletto di 5 anni, Leonardo, risparmiato dal padre. "Ho chiesto al primo cittadino un contributo straordinario per fittare un’altra abitazione perché è evidente che una volta dimessa, non potrà tornare a vivere in quel posto maledetto". Volano i palloncini bianchi e azzurri, la bara bianca di Jessica esce tra gli applausi e la commozione dei ragazzi. Ci sono anche gli amici di Massimo, l’altra vittima sepolta sabato, che ricordano il commerciante, titolare di due bar, persona gentile e disponibile con tutti. "L’accusa che gli è stata rivolta dall’assassino è ingiusta e falsa, Massimo non aveva alcuna relazione con Tefta. Forse qualcuno ha messo in giro bugie che hanno portato solo a una tragedia irreparabile".

Nino Femiani