Venerdì 19 Aprile 2024

La confessione di Ocasio-Cortez "Sono stata vittima di abusi"

Il racconto durante una diretta Instagram: "Stessi metodi usati dai violenti del 6 gennaio"

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"Sono stata vittima di una aggressione sessuale, sono una sopravvissuta". Alexandria Ocasio-Cortez, la pasionaria dei democratici, si confessa durante una diretta Instagram. Con la voce tremante e visibilmente scossa ammette di "non averne parlato con molte persone" nella sua vita. A loro chiede "scusa" per non essersi aperta ma, spiega, "non si tratta di nascondersi o cose del genere. A volte non riesci a raccontare la stessa storia più e più volte". La rivelazione choc piomba sui suoi 150.000 follower mentre Ocasio-Cortez racconta le ore drammatiche di quel 6 gennaio dell’assalto al Congresso, quando ha temuto per la sua vita.

Un racconto accompagnato da qualche lacrima e da una paura ancora evidente. Spesso nelle mire di Donald Trump, secondo il quale è la socialista per eccellenza che vuole rovinare l’America, Ocasio-Co00rtez ricorda la voce di uno dei manifestanti entrati in Congresso che chiedeva urlando "Dove sta?", riferendosi a lei. La deputata democratica era in quei minuti nascosta in un bagno. Ricorda lo sguardo "arrabbiato e ostile" di uno degli agenti della polizia del Capitol, e ricorda la sua corsa disperata per nascondersi nell’ufficio della deputata della California Katie Porter, che stava sorseggiando un caffé quando si è trovata davanti una Ocasio-Cortez in preda al panico.

Insomma un trauma che si è andato ad aggiungere al trauma della violenza sessuale subita, facendolo riaffiorare con forza. "Coloro che ci dicono che dobbiamo andare avanti e superare gli eventi" di quel 6 gennaio "usano le stesse tattiche di chi abusa - dice -. Le stesse tattiche di un uomo che ti tocca in modo inappropriato sul posto di lavoro e poi ti dice di dimenticare e voltare pagina". E Ocasio-Cortez non vuole dimenticare: "Non consentirò che mi accada ancora una volta. Non consentirò che accada alle vittime di questa situazione". Quello che vuole è che i responsabili rispondano delle loro azioni. E fra i responsabili, non ha dubbi, ci sono diversi esponenti del partito repubblicano, in primis i senatori Ted Cruz e Josh Hawley. "Sono un pericolo", spiega senza un’ombra di esitazione, perché sollevano dubbi sull’elezione di Joe Biden, ripetendo le stesse teorie che i manifestanti del 6 gennaio avevano fatte proprie.

red. est.