Lunedì 29 Aprile 2024

J’accuse della teologa "Il clero ci teme"

"La Chiesa istituzione non sta prendendo sul serio l’esodo delle cattoliche dalla comunità ecclesiale. Sembra fermarsi ai numeri, ignorando una lettura di genere. Non cerca di capire le ragioni di chi lascia". In fondo "ha spesso paura delle donne, della loro parola, non le ascolta: se lo facesse, si renderebbe conto che più che una questione femminile esiste un problema maschile fatto di pregiudizi, frenesia e ansie da prestazione". La disaffezione delle donne dalla Chiesa mette a nudo i limiti del clero, a detta di Cristina Simonelli, presidente emerita del Coordinamento delle Teologhe Italiane, in un ribaltamento di prospettiva che non elude il nodo dell’esodo di genere, ma anzi vi conferisce senso e sostanza.

Quali sono le principali difficoltà che può incontrare una ragazza decisa a prendere parte alla vita ecclesiale?

"Il rischio è di trovarsi ad assistere a omelie e catechesi che non la includono, al massimo parlano su di lei, ma senza coinvolgerla, né ascoltarla, visto che gli spazi di espressione per le donne sono un’eccezione".

La mancanza di ascolto, unita al disagio per alcune posizioni morali del magistero, spiega l’uscita delle donne dalle parrocchie?

"Sono le cause principali di un fenomeno che non mi stupisce più di tanto. Troppo a lungo si è vissuta un’anomalia nel nostro Paese: l’alleanza fra la Gerarchia cattolica e le donne pensate come riserviste da impiegare a piacimento a fronte di una secolarizzazione incipiente".

Chi resta nella Chiesa?

"Non è più il tempo di adesioni di massa o di costume, la scelta di partecipare è personale e motivata. Penso a tante giovani amiche, teologhe, giornaliste o impegnate sul piano dei diritti e della giustizia: la loro adesione è convinta, critica, ecumenica. Sono preparate e sanno prendere parola, non aspettano che altri lo facciano al loro posto".

L’accesso al diaconato e al sacerdozio potrebbe frenare questa emorragia?

"Di certo il divieto l’agevola. Prima il no veniva argomentato, sostenendo che Gesù scelse solo dodici apostoli, tutti maschi. La scienza biblica ha smontato questo assunto, anche perché altrimenti di vescovi, magari tutti circoncisi, non ne dovremmo avere in numero superiore. Ora si dice che la riserva maschile dell’ordine sia di diritto divino e come tale immutabile".

E invece?

"Dietro questa posizione c’è ancora il riflesso del pensiero di Tommaso d’Aquino per il quale le donne erano soggetti inferiori che non potevano essere messe a capo di alcuna istituzione".

g. p.