Irrompe l’Isis, ecatombe a Kabul Kamikaze in azione: più di 90 morti

Sangue e terrore all’aeroporto Karzai. Molte esplosioni ed è strage di civili. Uccisi anche 12 militari americani

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di Lorenzo Bianchi

"Ci sono molti morti vicino a me e il canale è diventato color sangue". Così racconta l’orrore dell’aeroporto di Kabul l’ultima ragazza che avrebbe dovuto essere trasferita in Italia dal “Cospe”, una ong italiana che ha lavorato soprattutto a Herat. Era ormai vicina all’ingresso Abbey, il principale accesso allo scalo, ma non l’aveva ancora passato. Più di novanta persone hanno perso la vita. Il Pentagono ha confermato la morte di "diversi militari". I caduti statunitensi sono in tutto 12. Uno era un medico. Secondo i talebani sono deceduti anche molti bambini. I feriti sarebbero 150. A rivendicare gli attacchi è stato l’Isis Khorasan, fazione dello Stato islamico attiva in Afghanistan.

Alle 15 e 44 italiane un attentatore suicida si è fatto saltare in aria vicino all’Hotel Baron, l’albergo nel quale sono radunati i cittadini inglesi e gli afghani la cui destinazione finale è il Regno Unito. Pochi minuti dopo un kamikaze ha azionato l’innesco del suo giubbotto imbottito di esplosivo scendendo nel canale che costeggia la strada che porta al gate Abbey, un’arteria gremita di disperati, almeno 5mila. Subito dopo un complice ha sparato alla cieca sulla folla. In serata nella capitale afghana si è sentita una terza esplosione, poi una quarta. La notizia dei 60 morti e dei 120 feriti è contenuta in un tweet di Fahim Abed, il corrispondente del New York Times da Kabul. Il giornalista ha anche precisato che "il 60 per cento di chi ha riportato ferite è in condizioni gravi".

Il portavoce dei talebani Zabihullah Mujahid ha preso immediatamente le distanze dalla carneficina. Secondo un testo ottenuto dal quotidiano britannico The Guardian ha ricordato che "gli studenti coranici" sono "impegnati con la comunità internazionale", che "non permetteranno ai terroristi di usare l’Afghanistan come base per le loro operazioni" e che "le truppe statunitensi su gruppi come l’Isis sono state avvertite". L’intelligence del Pentagono aveva diramato un allarme su possibili attentati già lunedì 23 agosto. I fatti sono arrivati a tamburo battente. Un anonimo alto funzionario dell’amministrazione militare, ricordava ieri il New York Times, aveva poi reso nota mercoledì sera una minaccia "specifica" e "credibile" di un affiliato dell’Isis Khorasan contro lo scalo internazionale. Il Belgio, il Canada, la Danimarca, la Germania e l’Olanda hanno annunciato il blocco del ponte aereo dall’aeroporto Hamid Karzai. L’ambasciata degli Usa mercoledì sera ha avvisato i suoi connazionali di tenersi lontani dallo scalo aereo e ha invitato tutte le persone che si trovavano all’esterno del muro di cinta ad "andar via immediatamente". Subito dopo le sedi diplomatiche dell’Australia e del Regno Unito hanno diramato lo stesso avviso. La Casa Bianca ha tenuto a far sapere all’opinione pubblica che solo giovedì sono uscite dall’Afghanistan 13.400 persone. Da ferragosto, il giorno nel quale i talebani hanno conquistato Kabul, gli evacuati sono stati in tutto 95.700. Sempre secondo il New York Times il collo di bottiglia sarebbe il Qatar. I funzionari dell’emirato infatti si prenderebbero fino a 12 ore per controllare i documenti degli afghani attesi nella base statunitense di al-Udeid.

Nel caos generale il pilota di un C-130J dell’aeronautica militare italiana ha visto proiettili traccianti esplosi da terra. La sua Arma ha fatto sapere che l’ufficiale "ha messo in atto immediatamente una manovra evasiva" per evitare che il suo mezzo attraversasse l’area pericolosa. A bordo c’erano civili dell’Afghanistan e giornalisti italiani. I colpi erano stati sparati da afghani. Volevano disperdere la calca di persone che, come ogni giorno, assediava l’aeroporto.