Martedì 30 Aprile 2024

"Noi, poliziotti infiltrati tra i criminali"

Il capo degli agenti sotto copertura: "Joe Pistone (Johnny Depp nel film Donnie Brasco, ndr) è stato il primo agente Fbi a farlo. Siamo in contatto e presto collaboreremo con lui"

Johnny Depp e Al Pacino nel film Donnie Brasco

Johnny Depp e Al Pacino nel film Donnie Brasco

Roma, 28 marzo 2019 - Dottor Luigi Bovio, quanti agenti sotto copertura ci sono in Italia?

"Nella polizia alcune decine, che hanno dai 25 ai 50 anni circa – risponde il vice questore dello Sco, che coordina gli agenti di polizia sotto copertura –. La maggioranza sono uomini".

In Italia si sfruttano poco gli infiltrati. Questo perché serve un addestramento complicato o gli agenti hanno paura delle conseguenze giudiziarie?

"Negli anni scorsi il ricorso a questo tipo di indagine non è stato eccessivo, ma noi ci puntiamo parecchio. Vogliamo rilanciare le attività sotto copertura, in ogni campo".

Quali altri reati potranno essere perseguiti con l’uso di agenti sotto copertura?

"Quelli nella pubblica amministrazione".

In questo momento quante operazioni sono in corso?

"Sette, otto. Spingiamo molto su queste attività, principalmente contro droga e immigrazione clandestina".

Il vice questore Luigi Bovio, coordinatore degli infiltrati
Il vice questore Luigi Bovio, coordinatore degli infiltrati

"Una persona sveglia ed empatica, mai ansiosa. Deve saper affrontare le avversità improvvise con calma ed entrare in sintonia con le persone creando un legame. Curiamo molto l’aspetto psicologico: sia al momento della selezione, sia nel corso delle operazioni, ma soprattutto dopo. Alcune azioni sono impegnative e serve un lungo supporto. Ci affidiamo anche ad agenti stranieri della polizia italiana".

Chi, invece, viene respinto nei test selettivi?

"La maggior parte: persone che non dimostrano duttilità. Dobbiamo fronteggiare criminali, nati per strada, che uno ‘sbirro’ lo riconoscono da un chilometro di distanza e non possiamo mandare chiunque allo sbaraglio".

Il garante, che fa entrare l’infiltrato nel giro criminale, può essere difeso o è ‘condannato a morte’ alla fine dell’operazione?

"Noi cerchiamo di strutturare l’operazione in modo che non emerga il ruolo dell’agente sotto copertura, anche a livello giuridico. Quando effettuiamo gli arresti, catturiamo pure l’infiltrato. In alcuni contesti, però, non si riesce a fingere e il clan capisce qual è l’anello debole della catena che è stato tratto in inganno: così lo tuteliamo perché si trova in pericolo".

Un infiltrato anti pusher deve seguire lezioni teoriche sulla droga, sulla composizione chimica e sul mercato degli stupefacenti?

"Certo e costruiamo una sua biografia dimostrabile. L’agente deve trasformarsi in un pusher anche se non ha mai usato stupefacenti".

Come si insegna a mentire?

"È una dote naturale, difficile da insegnare. Bisogna avere la capacità di muoversi in un ambiente criminale: uno è facilitato se ha già avuto contatti, come è capitato a me, per esempio coi piccoli delinquenti delle scuole. Se riesci a farti affidare dal trafficante una partita di droga da centinaia di migliaia di euro, è perché sei entrato nella testa del narcoboss".

Lei ha mai partecipato a un’operazione sotto copertura?

"Sì, ma in maniera indiretta. Le sensazioni? L’adrenalina va a mille. In quell’occasione abbiamo alzato il livello dei blitz anti droga, sequestrando una grande quantità di sostanze stupefacenti e arrestando individui apicali del clan".

Quante operazioni un agente può affrontare in carriera?

"Per lo stress fare l’agente sotto copertura a vita non è consigliabile".

Qual è il budget per ogni operazione?

"Si va da un minimo di qualche centinaia di euro, poi si cerca di limitare al massimo i soldi persi, per esempio, nell’acquisto di droga".

Accade spesso che le azioni falliscano?

"Ultimamente vanno tutte a buon fine: alcune volte si riesce a colpire esattamente il bersaglio, altre volte quasi. Quando si fallisce le cause sono due: il criminale guardingo nota qualcosa e non si confida più con l’infiltrato, oppure all’agente viene chiesto di superare un certo limite legale e umano".

Come uccidere una vittima, per provare la propria affiliazione a un clan mafioso?

"In quel caso l’operazione si blocca".

Il film cult ‘Donnie Brasco’ ha fatto bene al vostro sistema?

"I delinquenti sapevano anche prima che esistevano gli ‘under cover’, quel film ci ha fatto semplice pubblicità. Joe Pistone (interpretato da Johnny Depp, ndr) è stato il primo agente Fbi sotto copertura, è un mito. Siamo in contatto e presto collaboreremo con lui, organizzando seminari per i nostri agenti. A quel livello di indagine ci sono situazioni complicate da gestire".

State operando adesso a quel livello?

"Non posso rispondere".