VIADANA (Mantova)
Maria Campai è morta soffocata o strangolata. La Tac eseguita ieri pomeriggio all’ospedale Carlo Poma di Mantova non ha evidenziato traumi apparenti, letali. Sarà poi l’autopsia a stabilire se la donna sia stata colpita, come risulterebbe finora. Colpita anche duramente, ma non al punto da provocare la morte.
Ricerche compiute sui social su come neutralizzare una persona, farle del male, fino a ucciderla. A pugni, a mani nude. Frasi che inneggiano alla violenza sulle donne. Una svastica. Un commento irridente nei confronti di Giulia Cecchettin. Su Tik Tok sue immagini in posa da palestrato, muscolare. Testimonianze che traccerebbero il quadro di un odio per le donne e di un culto esasperato della forza fisica. Tutto questo, da una parte, getta un po’ di luce sulla personalità del 17enne in carcere perché accusato dell’omicidio di Maria Campai, romena 42enne trapiantata a Parma. Dall’altra, suscita alcuni interrogativi. A quando risalgono le immagini? E se l’intenzione di partenza era di uccidere la donna "per provare quella sensazione", dopo averla conosciuta on line, averla invitata a Viadana, essersi intrattenuto con lei nel garage di casa, perché il ragazzo non aveva approntato in precedenza una sorta di tomba o pensato a una soluzione per sbarazzarsi del cadavere? Invece, ha trasportato il corpo di Maria lungo la scala che separa l’area dei box dal cortile del condominio, lo ha scagliato nel giardino di una villa attigua, al momento disabitata, lo ha deposto tra un albero e un cespuglio e ha concluso la macabra operazione ricoprendolo di uno strato di fogliame. Da qui l’altra accusa di occultamento di cadavere.
I carabinieri hanno sequestrato nel garage alcuni pesi da palestra, ma non risulta che siano stati usati per uccidere Maria Campai. Domani mattina l’udienza di convalida del fermo nel Tribunale dei minori di Brescia. Il fermato dovrebbe essere presente, dal momento che è stata disposta la traduzione dal Beccaria di Milano. Sempre nella mattinata di domani sono attesi sia l’arrivo del Ris di Parma in via Monteverdi, a Viadana, sia il conferimento dell’incarico per l’autopsia, che dovrebbe essere eseguita martedì. Una cosa pare emergere con chiarezza: il contrasto stridente, inconciliabile, tra l’immagine pubblica dell’indagato e gli aspetti della sua personalità che stanno via via emergendo, insieme con la brutalità di quello che ha commesso. Era iscritto al terzo anno in un istituto superiore. "Quello che colpiva – dicono a scuola – era come fosse un ragazzino tranquillo. Anche nell’intervallo, quando è normale che gli studenti si sfrenino un po’, rimaneva calmo, in disparte, anche in un angolo". Portano un fiore, una peonia, dove è stata uccisa la sorella. Roxana e Loredana sono le sorelle di Maria Campai. Roxana rievoca la serata di giovedì 19 settembre. "Da Parma l’abbiamo accompagnata qui a Viadana, io e il mio compagno. Abbiamo visto che si incontrava con un uomo giovane, con gli occhiali. Dopo un’ora non rispondeva più al telefono. Mi aveva mandato un messaggio ’È un uomo amabile che mi porta dentro un taxi. Ci vediamo domani’". Abbiamo girato tutta la notte con la macchina per cercarla. La gente della zona pensava che fossimo ladri. L’altro giorno (giovedì 26 settembre, ndr) ho visto il ragazzo che usciva con una donna bionda su una Punto. Il mio compagno gli ha fatto uno scatto col cellulare e siamo corsi dai carabinieri, che hanno chiamato il ragazzo e suo padre". "Sono venuta – dice Loredana – apposta dalla Romania per portare a casa il corpo. Per il momento non è possibile. Non credo che il ragazzo abbia fatto tutto da solo, non poteva avere tutta quella forza".