Lunedì 29 Aprile 2024

In Italia il confine è mobile. "Ti do un bosco per un lago". Lo scambio tra due paesi

Arsiero (Vicenza) ha ottenuto una pietraia che tocca il Trentino e otterrà i fondi della provincia autonoma. In passato tanti i trasferimenti di metri quadrati tra regioni vicine e anche con stati limitrofi

Il comune di Laghi

Il comune di Laghi

È un baratto singolare tra due Comuni: un lago contro un fetta di montagna. Arsiero, tremila abitanti, in provincia di Vicenza, cede al comune di Laghi, appena 131 abitanti, il Lago Grande, in cambio riceve una striscia a 1.200 metri d’altezza, un boschetto e una pietraia, che a prima vista dovrebbe valere poco o niente. In realtà potrebbe diventare un buon affare: la striscia confina per 130 metri con la provincia di Trento, e Arsiero potrebbe ricevere le sovvenzioni che vengono elargite ai comuni confinanti. Grazie a un provvedimento del 2007, sono in ballo ottanta milioni di euro, finora divisi tra 48 paesi. Ma non è certo. Il baratto dovrà essere approvato dal Consiglio regionale del Veneto. Sono in ballo almeno mezzo milione di euro, "ma non è una questione di soldi, sono solo una conseguenza", assicura Cristina Meneghini, la sindaca di Arsiero. Una storia leggera di provincia.

I confini variano in Europa, di continuo nelle sconfinate pianure centrali, tra est e ovest, ma di solito per ragioni drammatiche. I confini dell'Italia con i suoi vicini sono segnati dalle montagne e le contese sono dovute alle guerre del secolo scorso. Tra noi e la Jugoslavia solo con il trattato di Osimo il 10 novembre del 1975, si giunse a un accordo chiaro: all´Italia tornò il territorio libero di Trieste, che la Gran Bretagna nel ´45 voleva regalare a Tito, e noi rinunciamo a ogni territorio in Slovenia. Nel 2017, il confine subì una lieve correzione, ma dovuta a cause naturali, per uno smottamento lungo il torrente Barbucina.

Con l´Austria i nostri rapporti sono stati tormentati. Nel 1991 una coppia di escursionisti tedeschi, marito e moglie, trovò un corpo mummificato, per secoli rimasto sepolto dal ghiaccio di Similaun, sul confine tra Italia e Austria. Era quello di un uomo che venne chiamato Ötzi, ucciso da una freccia mentre fuggiva tra le montagne. Ma a chi apparteneva? Fu portato dapprima a Innsbrück, gli italiani protestarono. Si discusse per una questione di metri, e alla fine Ötzi tornò a Bolzano.

I confini non sempre dividono, possono anche unire. L´Europa Hütte, la capanna d´Europa, è un simbolo del nostro continente. A 2693 metri il rifugio Venna alla Gerla è una meta ambita dagli escursionisti e sorge dove un tempo c´era un riparo per i contrabbandieri. Si entra dall´Italia, in cucina si passa in Austria, si torna in Italia nella sala ristorante. Due terzi della Hütte appartengono all´Italia, e il resto all´Austria. Tra l´Italia e la Svizzera sono avvenuti diversi pacifici baratti come quello tra Arsiero e Laghi. Nel 1955, cedemmo alla Svizzera mezzo chilometro quadrato per consentire la costruzione di una diga, e ricevemmo in cambio un terreno eguale. Nel 1985, al Valico dei Mulini, presso Chiasso, 426 metri da italiani divennero svizzeri, e in cambio gli elvetici ci diedero esattamente gli stessi metri, un cambio per rendere più agevole il confine.

Per la diga di Livigno che forma il Lago del Gallo nel 1992 lo scambio fu più cospicuo, 20.020 metri quadrati cambiarono bandiera. Con la Francia, invece, si continua a litigare per il Monte Bianco. La scalata non è difficile, si giunge in vetta lungo quattro percorsi, tre in Francia e uno in Italia, che è tuttavia il più lungo e faticoso, e richiede fiato e buone gambe. Le guide italiane preferiscono condurre i turisti sconfinando in Francia e i cugini non gradiscono. I confini, ovviamente, sono incerti al nord, lungo le Alpi, ma c´è un caso singolare anche in Sicilia. L´Isola Ferdinandea, che esiste, ma ha il vizio di salire e di scendere dal fondo marino, è stata a lungo contesa. L´isola vulcanica emerse nel 1831, al largo tra Sciacca e Pantelleria. I più rapidi furono i britannici, che giunsero a piantare la loro bandiera e la chiamarono Graham Island. Seguirono i francesi, che la ribattezzarono Ile Julia. Re Ferdinado II del Regno delle Due Sicilie, denunciò il furto: l´isola, quattro chilometri quadrati, e inabitabile, era cosa sua, e la chiamò con il suo nome.