Giovedì 6 Marzo 2025
GIULIA PROSPERETTI
Cronaca

Ilaria Salis, il giurista: "Per lei ora deciderà l’Italia"

L’ ordinario di Diritto Ue Luigi Daniele: anche al termine del mandato non ha nessun obbligo di tornare in Ungheria

Ilaria Salis, il giurista: "Per lei ora deciderà l’Italia"

Roma, 17 giugno 2024 – Una volta confermata l’elezione di Ilaria Salis e instaurata la nuova legislatura, il giudice ungherese può chiedere al Parlamento Ue la revoca dell’immunità. La decisione spetterà poi all’Europarlamento che ha discrezionalità nel concederla in relazione alle circostanze e alla gravità del fatto". A illustrare i possibili sviluppi del caso Salis è Luigi Daniele, ordinario di Diritto dell’Unione europea all’Università di Tor Vergata.

Il ritorno a Monza di Ilaria Salis (Ansa)
Il ritorno a Monza di Ilaria Salis (Ansa)

Se l’immunità fosse confermata, tra cinque anni con la fine del mandato cosa succede?

"L’immunità sussiste per tutti e cinque gli anni della durata del mandato. Successivamente, a meno che Salis non venga confermata ottenendo un nuovo mandato, l’immunità viene a cessare".

A quel punto riprenderà il procedimento e Salis dovrà tornare in Ungheria?

"Non ci sarebbe nessun obbligo a carico di Salis di tornare in Ungheria. Lo scenario più probabile è che ritorni in Italia e che le autorità ungheresi spicchino nei suoi confronti un mandato d’arresto europeo per l’esercizio dell’azione penale. La stessa cosa avverrebbe nel caso di revoca dell’immunità. Ma è inverosimile che tale mandato riceva esecuzione da parte dell’Italia perché al momento le condizioni dell’Ungheria dal punto di vista della tutela dello Stato di diritto, dell’indipendenza della magistratura e delle condizioni delle carceri, non soddisfano i requisiti richiesti dal diritto Ue".

Luigi Daniele, ordinario di Diritto dell’Unione europea all’Università di Tor Vergata
Luigi Daniele, ordinario di Diritto dell’Unione europea all’Università di Tor Vergata

Dunque l’Italia può rifiutarsi di eseguire un eventuale mandato d’arresto europeo?

"In linea di principio il mandato d’arresto Ue emesso da uno Stato membro nei confronti di un altro deve essere eseguito, c’è obbligo di esecuzione. Esistono, tuttavia, dei motivi di rifiuto che sono applicabili al caso dell’Ungheria. Salvo che Salis non voglia sottoporsi volontariamente al giudizio mi sembra abbastanza improbabile che il procedimento riprenda a meno che le condizioni del Paese non cambino nei prossimi 5 anni e, dunque, vengano meno le motivazioni per rifiutare l’esecuzione del mandato d’arresto".

Come spiega la liberazione anticipata di Salis?

"Al momento Salis è stata eletta ma non c’è stato ancora il riconoscimento del suo mandato da parte del Parlamento europeo, cosa che avverrà solo con la prima sessione. Teoricamente l’Ungheria avrebbe potuto mantenere i domiciliari fino a quella data. È stato fatto prima anche sulla scia della forte pressione che c’è stata sul caso".

FdI ha depositato una mozione in Regione a Milano per il recupero del credito da parte di Aler verso Salis chiedendo ‘il pignoramento dello stipendio’ fino al pagamento debito accumulato per la presunta morosità dell’affitto delle case popolari’. L’entepuò agire nonostante l’immunità?

"L’immunità è pensata in termini penali d’altra parte però un’azione esecutiva nei confronti dell’indennità parlamentare di Salis rappresenterebbe un ostacolo all’esercizio del mandato. È molto dubb io che si possa procedere".