Milano, 25 maggio 2023 - C’è un fascicolo aperto dalla procura di Milano con l’accusa di "lesioni aggravate dall’abuso della pubblica funzione": vittima delle lesioni una transessuale di 41 anni ripresa in un video amatoriale, diventato virale, in cui si vedono quattro agenti della polizia locale che si avventano su di lei e la colpiscono ripetutamente e violentemente con manganelli e calci, la immobilizzano con spray al peperoncino e, solo dopo, la ammanettano. A riempire di contenuti il fascicolo, aperto dall’aggiunto Tiziana Siciliano, saranno gli atti di identificazione degli agenti coinvolti che subito dopo saranno iscritti a vario titolo nel registro degli indagati. Parallelamente all’inchiesta della Procura, ne corre una interna alla polizia locale per chiarire tutta la dinamica dell’intervento inziato al "Trotterino", di via Giacosa, zona nordest di Milano e finita in via Pietro Custodi, zona Bocconi. La relazione finale in cui confluirà anche la denuncia a piede libero che i vigili hanno formalizzato nei confronti della transessuale per "resistenza a pubblico ufficiale" andrà ad integrare il fascicolo aperto dalla Siciliano e ad aggiungere un tassello necessario a chiarire il quadro dell’aggressione.
Da una prima ricostruzione basata sui filmati, sarebbero stati due agenti della Locale ad “infierire“ con manganellate e calci alla 41enne, che ha precedenti specifici, risalenti al 2010 per resistenza. Nella prima relazione sull’intervento si legge che i vigili arrivano in via Giacosa poco dopo le 8 di ieri mattina, perché una residente della via nota e denuncia la presenza della transessuale brasiliana che urla rivolta ai passanti, grida di avere "l’Aids" e si denuda, visibilmente alterata, a pochi metri dall’ingresso della scuola elementare interna al parco Trotter. La prima pattuglia chiede l’ausilio di un altro equipaggio: "Vi infetto, ho l’Aids", grida anche verso gli agenti. La trans viene contenuta a fatica dai vigili, sul posto arriva anche un’ambulanza, ma i sanitari non riescono a visitarla per l’impossibilità di tenerla ferma.
A quel punto, la brasiliana viene messa a fatica in macchina per essere accompagnata in via Custodi, all’ufficio centrale arresti e fermi della polizia locale, con un’altra pattuglia di supporto. Nel corso del tragitto, comincia a dare testate, ferendosi alla testa, e prova ad autolesionarsi con le pinzette per i capelli per "infettare tutti con il sangue", urla.
In zona Tibaldi, a poche centinaia di metri dalla sede dei vigili, gli agenti la vedono accasciarsi sui sedili posteriori, fermano la marcia per controllare le sue condizioni. Appena uno dei due vigili apre la portiera posteriore destra, la transgender, che aveva simulato un malore, gli sferra un violento calcio alla gamba, esce dall’auto per scappare a piedi fino al luogo dove sarà fermata. "Gli agenti – ha detto Daniele Vincini del sindacato Sulp – sono stati costretti ad usare il distanziatore e lo spray per portarla via. E noi siamo al loro fianco, anche con i nostri avvocati se sarà necessario".