Martedì 7 Maggio 2024

Il tabù (assurdo) dell’educazione sessuale in classe

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Anna

Bogoni

Corsi di inglese, di arte, di educazione alimentare, ma anche di cittadinanza attiva, di orto didattico inclusivo e persino di coding, cioè programmazione informatica. Con una proposta infinita e talvolta un po’ bizzarra, la scuola primaria in questi ultimi anni ha moltiplicato i progetti per sviluppare conoscenze e competenze dei bambini; ogni Istituto, in base all’utenza e grazie all’autonomia di cui gode, può stabilire cosa e come approfondire spaziando a 359 gradi.

Sì, perché c’è un argomento che per la scuola italiana e per i genitori in primis resta un tabù: l’educazione sessuale. Lo dicono i dati dell’ultimo sondaggio promosso da Tecniche della scuola: il 71% dei genitori si è detto contrario all’insegnamento nella primaria. Ora, trascurando il non trascurabile dato che il campione sia poco rappresentativo a livello statistico (1.113 soggetti), sorge spontanea la domanda: perché? È il contesto poco adeguato all’apprendimento? Ma è la scuola! Il personale non preparato? Sono insegnanti! È il contenuto che disturba? Può essere, se diamo retta al commento del sottosegretario all’Istruzione Rossano Sasso che ha tuonato contro il presunto indottrinamento e le non meglio identificate teorie gender che si nascondono dietro certe attività. Resta il fatto che la scuola resti a mio avviso il luogo più adatto per affrontare insieme la scoperta del proprio corpo e per imparare a rispettarlo. Il proprio corpo e quello dell’altro.

La scuola è il luogo ideale dove cercare e trovare parole per esprimere desideri, passioni, istinti, fragilità, perché i ragazzi, così come noi, non sono la somma di frazioni, con parti che possono ignorare o permettersi di non comprendere. I genitori che hanno risposto “no“ a sondaggio di Tecniche della scuola cosa pensano del fatto che a 9 anni i ragazzi ricevano il loro primo smartphone, con un accesso estremamente facilitato e continuativo alla rete (dati Osservatorio nazionale adolescenza)? Lì sì che sono davvero da soli.