Lunedì 29 Aprile 2024

Il nodo spiagge Milleproroghe, interviene il Colle Sotto esame le concessioni balneari

Il via libera al decreto arriverà. Ma filtrano i dubbi sullo slittamento dei tempi voluto da Forza Italia. Il governo ribadisce la sua linea: "Serve altro tempo per intavolare un dialogo con l’Unione Europea"

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di Claudia Marin

Il Quirinale ha più di una riserva sulla norma che proroga le concessioni balneari e rinvia le gare per le concessioni. Ma di sicuro tutto questo non impedirà il via libera del Colle al decreto Milleproroghe approvato in via definitiva ieri dalla Camera: si tratta di vedere però se la firma sarà accompagnata da una lettera formale di osservazioni o se si tratterà di un messaggio riservato e informale. Dalla Presidenza della Repubblica, fino a tarda sera, la parola d’ordine era: non è stata presa nessuna decisione. Per aggiungere: non si possono escludere i rilievi perché fanno parte del novero delle decisioni possibili. Ma possibili non è uguale a probabile. Dopo il via libera definitivo della Camera, dunque, il terzo tempo del decreto milleproroghe si sposta al Quirinale. Il nodo sarebbe ancora una volta quello della proroga della messa a bando delle concessioni balneari. La misura, fortemente voluta in particolare da Forza Italia e Lega, prevede il posticipo di un anno delle gare nelle more dell’attività di un tavolo istituito a Palazzo Chigi che valuti la sua effettiva "scarsità" (nel senso di quantità disponibile) e dunque l’applicazione o meno della direttiva Bolkestein.

Non solo, in alcune particolari contingenze la messa a bando può essere prorogata di fatto per due anni, fino al 2025 con il rischio di innescare ulteriori interventi di Bruxelles. Un dato – si ragiona sempre in ambienti parlamentari – che potrebbe portare il Colle, dopo l’attenta riflessione, ad accompagnare la firma del provvedimento con una nota che inquadri le possibili problematiche che potrebbero scaturire da questa normativa.

I tecnici del Colle punterebbero l’attenzione su due criticità: il rinvio sarebbe non in linea con l’indicazione europea (la direttiva Bolkenstein) di mettere a gara gli spazi demaniali, ma anche con una sentenza del Consiglio di Stato del novembre 2021 che vietava le proroghe delle concessioni esistenti oltre il 2023. La misura, del resto, era stata oggetto di un braccio di ferro nel giorno dell’approvazione del testo a Palazzo Madama. Con il governo pronto a fare delle modifiche ma che aveva poi soprasseduto di fronte al muro di Fi e Lega. E non si tratta, tra l’altro, dell’unica norma sulla quale si è acceso un faro.

Proprio a fronte di una moral suasion del Colle (a quanto si racconta in Parlamento) non è entrata nel provvedimento la proroga di due anni per i contratti in essere dei diritti tv dello sport. Una misura proposta dal senatore presidente della Lazio, Claudio Lotito, e che avrebbe riguardato anche Dzn e Sky, entrata nel provvedimento e poi uscita attraverso un emendamento soppressivo del governo. Per quanto riguarda i balneari, intanto, la maggioranza, con il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ribadisce la linea, indicata anche dalla premier Giorgia Meloni, di attivare ulteriori interlocuzioni a livello europeo.

"Ci sono decine di migliaia di piccole imprese a conduzione familiare – sottolinea - che sono l’ossatura della nostra offerta turistica e noi non possiamo permettere che vengano spazzate via. Quindi la proroga serve a garantire loro nell’immediato, e poi a intavolare una discussione in sede Ue per trovare una equa soluzione".