Mercoledì 24 Aprile 2024

Il doppio gioco rende Erdogan sempre più forte

Roberto

Giardina

Ancora Erdogan maestro del gioco tra Oriente e Occidente, tra l’Europa e l’Afghanistan. La Turchia ha un ruolo in tutti i conflitti, dalla Libia alla Siria, a Kabul. Fa da cuscinetto, e pone un prezzo. Un ricatto? Ma si è sempre disposti a pagarlo, perché non possiamo farne a meno. Quando si voleva fare entrare la Turchia nell’Unione Europea, si sostenne che era un ponte con il mondo arabo. Ovviamente, un ponte funziona solo se resta in bilico tra due sponde, la Turchia entrata nel club di Bruxelles avrebbe perso il suo equilibrio, non sarebbe mai stata accettata dai paesi arabi. Sono di fede musulmana ma diversi, e gli arabi non dimenticano la lunga dominazione dell’Impero ottomano. Nel 1911 abbiamo fatto la guerra alla Turchia per conquistare la Libia. Ora a Tripoli e a Bengasi ritorna la presenza turca. La Turchia è nella Nato, ma ha appena acquistato altri S 400 russi, le piattaforme lanciamissili. Erdogan non vuole più entrare in Europa, ma non rompe il dialogo con Bruxelles e Berlino. E viene invitato al prossimo G20 sul futuro di Kabul. Un equilibrio basato su continue contraddizioni o compromessi. Erdogan ospita milioni di profughi siriani, convinto dai miliardi dell’Europa. Ora ribadisce di non volere gli afghani, poi si vedrà. Intanto, ricorda di avere un positivo rapporto con i talebani, e annuncia di voler controllare l’aeroporto di Kabul. A lui sarebbe consentito. Per vent´anni, 500 militari turchi sono stati presenti in Afghanistan. Il contigente straniero che avrebbe avuto meno incidenti e problemi. L’iniziativa di Erdogan ha già ricevuto l’appoggio totale della Germania, il paese che ospita tre milioni e mezzo di immigrati turchi, e un milione e 400mila voteranno alle prossime elezioni, hanno il doppio passaporto, e potranno decidere chi sarà il prossimo Cancelliere. La Turchia ha un ruolo in Europa perché ne rimane fuori.