Ieri Milano ha detto addio a Emanuela Perinetti che aveva solo 34 anni, era una donna di successo, influencer esperta di markenting sportivo, ma "da tempo stava lottando contro l’anoressia", come ha confidato il padre Giorgio (nella foto con la figlia 34enne), decano dei direttori sportivi italiani (dal 1986 ha lavorato con vari incarichi alla Roma, al Napoli, al Palermo, alla Juve, al Genoa, al Brescia), alla Gazzetta dello Sport. Brillante e stimata, di lei resta quell’immagine tenerissima, bambina tifosa della Roma – dove il papà, oggi all’Avellino, allora era dirigente – in viaggio con la squadra, seduta sulle ginocchia dei campioni, nomi come Aldair. I funerali di Emanuela Perinetti si sono tenuti nella basilica di Sant’Eustorgio. Nel 2015 era morta la mamma Daniela, stroncata da un tumore al seno. "L’altro giorno, quando mi ha detto che aveva ‘parlato’ con lei, ho capito che non c’era più nulla da fare", è straziato il papà. Poi, smarrito prosegue: "Mi chiedo come sia possibile spegnersi così, senza nessun problema economico, professionale o sentimentale".
Emanuela Perinetti si era laureata alla Luiss in Innovation management e si era trasferita a Milano dopo un master a Seul. Primogenita di Giorgio, una decina di giorni fa era attesa a Roma per la partita della Nazionale ma aveva disertato. Era stata ricoverata all’ospedale dopo una caduta in casa, troppo debole ormai il suo fisico. Restano le immagini del suo sorriso luminoso: ma oggi è il tempo delle lacrime.