Il decreto Ristori guarda al ritorno in classe degli studenti, puntando sul potenziamento dei trasporti e sui corsi di recupero per colmare i gap formativi dovuti alla didattica a distanza. Le ultime modifiche sono state votate in una seduta notturna dalle commissioni Bilancio e Finanze del Senato, che hanno licenziato il provvedimento. Non ci saranno altre novità.
Il dl Ristori arriverà ’blindato’ prima in Aula a Palazzo Madama e poi a Montecitorio. Il clima di collaborazione fra maggioranza e opposizione che c’è stato sul
Ristori al Senato stenta a decollare in commissione Bilancio alla Camera, dove è iniziato l’esame della Manovra. Alcune misure dividono non solo giallorossi e centrodestra, ma anche gli stessi giallorossi. Prima fra tutte, la proroga dei superbonus al 110% oltre il 2021. Per arrivare almeno a fine 2023 ci sono emendamenti sia di maggioranza sia di opposizione, ma i costi sono alti e nel governo si valuta la possibilità di rinviare la questione a quando ci saranno i fondi del Recovery.
In attesa che vengano definiti i contorni della Manovra, il dl Ristori è fatto. Il capitolo scuola comprende due novità. La prima: la possibilità, per Comuni e Regioni, di stipulare convenzioni con società private di bus e con titolari di licenze taxi e Ncc, in modo da aumentare i mezzi a disposizione del servizio di trasporto pubblico locale, che deve fare i conti con le norme antiCovid e, forse già a gennaio, con il rientro in presenza nelle aule. La seconda: per le scuole medie, corsi extrascolastici in presenza, per sopperire a eventuali carenze formative legate alla didattica a distanza.