Martedì 16 Aprile 2024

Il corteo Coldiretti

Se non c’è un fondo ad hoc, tutti devono farsi carico dei debiti. Il rischio è il distacco delle utenze

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di Rita Bartolomei

Stangata sulle bollette a ottobre, scatta l’allarme per i condomìni. E tra gli amministratori circolano stime drammatiche sui morosi. Le percentuali pre pandemia sarebbero destinate a raddoppiare, anzi di più, passando dal 15 al 35%. Massimo Romano, presidente bresciano di Alac, l’associazione liberi amministratori condominiali, va anche oltre: "Temo che arriveremo a superare il 40% di morosi, parliamo soprattutto di famiglie meno abbienti".

E allora, nel giorno dei "prezzi mai visti prima sull’energia" – così Arera – Paolo Gatto, avvocato e presidente nazionale di Alac, lancia un appello-proposta: "Si dovrebbero vietare i distacchi, almeno in questo periodo". Sì, perché le regole sui morosi sono implacabili, come ricorda Lina Sguassero, avvocato e collaboratrice di Consumatori attivi. Alla scadenza degli avvisi si arriva prima alla sospensione della fornitura, poi alla chiusura, in altre parole al distacco di luce o gas. E per riattivare i servizi, bisogna ricominciare l’iter da capo, aprendo un nuovo contratto e accollandosi altri costi.

Gli amministratori di condominio, secondo l’avvocato, "possono recuperare attraverso un’azione legale gli importi dei morosi. Ma i tempi di una causa non sono affatti brevi. E poi la persona potrebbe essere incapiente e quindi il recupero diventerebbe impossibile". Allora qual è l’alternativa? "O gli altri condòmini si sobbarcano l’onere di anticipare queste spese, ma è una situazione veramente paradossale – ammette Sguassero – oppure il condominio si deve essere già premunito con un fondo. Altrimenti diventa un problema serio. Soprattutto quando sono in tanti a non riuscire a pagare".

Il presidente Gatto ammette: "Non abbiamo ancora il polso della situazione. Il problema vero sarà legato al riscaldamento. Ma non sappiamo quanto potrebbe aumentare nei prossimi mesi e quali provvedimenti potrebbero essere adottati". Chi soffrirà di più? "Ad avere più problemi saranno gli impianti centralizzati – non ha dubbi il numero uno Alac –. Per fortuna sono residuali, direi sul 10%, e comunque con termovalvole. Quindi si presume che tutti tenderanno a risparmiare".

Ma nei condomìni chi pagherà per i morosi? "Problema complicato, la morosità non è mai uniforme – premette il presidente –. Fino a oggi era concentrata in determinate zone, periferie degradate e immobili vecchi, quelli che hanno un bisogno maggiore di manutenzione. Qui alcune morosità potranno portare alla completa interruzione di alcuni servizi. Questo è il rischio vero, che il condominio venga abbandonato".

In altre parole, si potrebbe arrivare al distacco, "potrebbero non arrivare neanche luce o acqua, oltre al riscaldamento – è il timore dell’avvocato –. Qualcosa di simile è già capitato negli anni passati, in certi condomìni abitati da immigrati. Si potrebbe tornare a una situazione come quella, ma stavolta i protagonisti sarebbero gli italiani. Magari pensionati con la minima che vivono nelle periferie".

Romano è diretto: "Di solito, quando ci sono morosi, si chiede la solidarietà agli altri condòmini, l’amministratore non può certo anticipare somme così importanti". Ma in questo modo, non si rischia di mettere in crisi tutto il sistema? "Questo è il nodo vero, infatti siamo disperati – ammette l’amministratore –. Anche oggi mi sono arrivate bollette certe bollette da rabbrividire. Palazzi con aumenti del 300%. E il riscaldamento è ancora spento. Cosa ci dobbiamo aspettare?".