Lunedì 29 Aprile 2024

Il campione e la diagnosi di demenza Adesso il mondo del rugby ha paura

I giocatori con patologie cerebrali potrebbero essere 200. La disperazione di Jones: la mia vita sta crollando

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"Sento che il mio mondo sta cadendo a pezzi. Ho davvero paura, perché ho tre figli e figliastri, e vorrei essere un buon padre per loro". Con queste parole Ryan Jones, 41 anni (nella foto), notissimo ex capitano del Galles di rugby, ha rivelato al Times il dramma che sta vivendo da dicembre: una diagnosi di demenza a esordio precoce. Il suo caso è l’ultimo in ordine di tempo: di perdita di memoria, dovuta a una probabile encefalopatia traumatica cronica soffre il rugbista Michael Lipman, 42 anni, che ha giocato con la Nazionale inglese. Stessa sorte per Bobbie Goulding, 49 anni, ex mediano di mischia della Gran Bretagna, e ancora per il tallonatore Steve Thompson, campione del mondo 2003 che ora non ricorda più di aver vinto il titolo, e per un altro rugbista gallese, Alix Popham. Il conto è drammatico: potrebbero essere 200 gli ex giocatori cui è stata diagnosticata una demenza a esordio precoce. "Il rugby sta camminando a capofitto con gli occhi chiusi in una situazione catastrofica", è il grido dell’ex capitano.

Per il Galles e per il mondo della palla ovale, Ryan Jones è un vero e proprio simbolo: ha vinto il Grande Slam nel Sei Nazioni nel 2005 (senza sconfitte) e poi due volte come capitano, nel 2008 e nel 2012. Ha totalizzato 75 presenze in Nazionale, di cui 33 con la fascia da capitano. "Ho vissuto 15 anni da supereroe, e non lo sono – dichiara ora –. Non so cosa mi riserverà il futuro. Vorrei una vita sana e normale, ma mi è stata portata via e non c’è niente che possa fare. Non posso più allenarmi, non posso fare l’arbitro, non conosco più le regole del gioco". Ha rassegnato le dimissioni dall’incarico di Performer Director della federazione di rugby gallese. "Mi terrorizza, perché non so se questi episodi durano una o due settimane o sono permanenti. Non riesco a scrollarmi di dosso questa paura".

Oltre la paura, Ryan Jones mette a nudo un altro sentimento: il rimpianto per la sua scelta di vita. "Ero un bambino che sognava di giocare per il Galles. Sono riuscito a vivere quel sogno. Ho capitanato il Galles più volte di chiunque altro fino a quando non è arrivato Sam Warburton, e per nulla lo avrei cambiato. È stato fantastico, ma oggi lo cambierei in base alla mia esperienza attuale". Lo stesso rimpianto che vive Michael Lipman, un altro degli ex giocatori colpito da perdita di memoria: "Se tornassi a 21 anni e mio padre dicesse “puoi praticare sport professisnistico, ma ti verrà diagnosticata una demenza precoce a 40 anni“, cosa direi? Lo rifarei? No. Preferirei una vita lunga e sana con la mia famiglia a una malattia neurovegetativa".

Si poteva evitare? Secondo Bobbie Goulding qualcosa si poteva fare, e non è stato fatto. A settembre 2021 l’ex mediano ha denunciato la Rugby Football League per non aver adeguatamente protetto i suoi giocatori dalle conseguenze delle commozioni cerebrali: "Come giocatori professionisti meritavamo di più – ha spiegato –. Quando giochi. accetti i colpi, le botte, le ossa rotte. Quello che non ti aspetti sono le ripercusisoni fisiche dieci anni dopo aver smesso di giocare".

Franca Ferri