Martedì 15 Ottobre 2024
NICOLA PALMA
Cronaca

I depistaggi del killer "Giulia batti un colpo, così non riesco a vivere" Ma l’aveva già uccisa

Impagnatiello ha continuato a scrivere messaggi alla compagna dopo averla ammazzata. Prima dell’omicidio l’uomo tentò anche di screditarla: "Ma che madre sei se vuoi lasciarmi?".

di Nicola Palma

Le chat raccontano di un rapporto al capolinea, tra accuse incrociate e sospetti di tradimenti. I messaggi di Giulia Tramontano e Alessandro Impagnatiello rimandano l’immagine di una coppia costantemente sull’orlo di una crisi di nervi. Negli scambi su Whatsapp, la donna palesa più volte l’intenzione di voler interrompere la relazione: è decisa, non mostra tentennamenti. Di contro, lui cerca di convincerla a ripensarci, per il bene del bambino che sta per nascere. Fino all’epilogo tragico di sabato scorso: lei che incontra la ragazza con cui l’uomo ha una storia parallela e poi rientra a casa per mettere un punto definitivo; lui che la aspetta e la uccide a coltellate, per poi continuare a scrivere al cellulare di una persona che sa già morta.

È anche su quegli sms che si stanno concentrando le indagini sul delitto di Senago. Alle 18.37 del 9 maggio, Giulia scrive ad Alessandro: "Mio non è. Quindi è di qualcuno che è stato dal lato passeggero e gli sarà caduto". Dai passaggi successivi della conversazione, si capisce che la ventinovenne ha trovato un rossetto nella T-Roc del compagno. Lui cade dalle nuvole: "Non è salito nessuno nella mia macchina... non ne ho minimamente idea Giulet". Lei insiste: "E quindi come lo giustifico io sto rossetto da donna?". "Non ho giustifiche, non so proprio cosa dire baby", replica lui. Lei interrompe il dialogo alle 18.57: "È stato un piacere Ale. Quando torni chiudiamo i conti". E arriviamo al 25 maggio. Il barman prova più volte a contattare Giulia, che risponde mezz’ora dopo: "Accetta la mia decisione e chiudiamo discorso. Non voglio altre discussioni, frustrazioni, ansie e rabbia continua, lasciami stare. Non sono felice e vorrei ritrovare la mia tranquillità. Basta". "E vuoi trovare tranquillità mettendomi da parte???", chiede lui. "Sì, voglio trovare la mia pace. Condividiamo una casa finché sarà necessario". Impagnatiello tira in ballo la gravidanza: "Ma veramente prima ancora di far nascere un bambino tu vuoi già dividerci? Vuoi farlo nascere con due genitori già separati? Ma che madre sei!!! Ma te lo chiedi?!?". Lei non perde la calma: "Importante che tu sia un buon padre. Io penso a me, tranquillo". E ancora: "Io non voglio più combattere e vivere una vita non soddisfatta al fianco della persona sbagliata. Non ho fiducia in te e non ne avrò mai. Ormai il vaso è rotto. E io non voglio sistemarlo".

Tra la tarda mattinata e il primo pomeriggio di sabato 27, il giorno dell’omicidio, i due si scrivono di un prodotto per gatti e di una telefonata alla madre di lui: "Tato, richiamami appena puoi please", il messaggio di lei alle 14.49. La situazione precipita una ventina di minuti dopo: "Non potevi perderti la grigliata: non eri con Z., eri con Chiara (nome di fantasia, ndr)". Evidentemente, in quel lasso di tempo, Giulia ha parlato con la ventitreenne cameriera dell’Armani hotel, che le ha rivelato della sua relazione con Impagnatiello e del weekend precedente trascorso insieme per il suo compleanno (l’uomo aveva detto alla compagna che lo avrebbe passato in Emilia-Romagna con un amico). "Sei vergognoso Alessandro, non esiste persona peggiore di te. Saluta Thiago (il figlio che sta per nascere, ndr), lo vedrai nel binocolo". Pochi minuti dopo, Giulia lo informa dell’appuntamento con l’altra donna, fuori dall’albergo di via Manzoni. "Non creiamo casini sul posto di lavoro ché non serve a nulla", scrive lui. "Sono per strada... tranquillo andiamo in una via affianco... 40 minuti e sono là", replica Giulia. "Io sto già uscendo, per favore parliamone noi prima e torno a casa", dice lui, che per evitare l’incontro a tre ha detto ai suoi responsabili che deve andare a trovare la madre in ospedale. A faccia a faccia terminato, la donna riprende la metropolitana: "Ti amo... wow sono curiosa di sapere che ti inventerai ora. E gran pezzo di m. che non sei altro, quella è casa mia e tu non devi farci entrare nessuno, hai capito?! Quanto fai schifo alla razza umana. Hai fallito nella vita: due figli con due madri diverse. Che tu possa affogare nella m. che ti crei da solo. Sto tornando a casa. Fatti trovare", l’ultimo sms delle 18.30.

Poi il silenzio. Rotto da Impagnatiello alle 7.50 di domenica: Giulia è morta da undici ore. "Hey, io sono arrivato al lavoro, ora scendo a cambiarmi, faccio colazione e attacco!", il messaggio con cui inizia a costruirsi l’alibi del fidanzato preoccupato, scrivendo a un cellulare che lui stesso ha buttato nel tombino di un parcheggio. Il 29 maggio, a denuncia di scomparsa già presentata, scrive alle 19.04: "Mi hai fatto esplodere il cuore. Non volevo spezzare il tuo io invece. Non volevo che non ti brillassero più gli occhi quando stavamo insieme". Gli ultimi sms sono datati 7.43 del 31 maggio: "Tata... ho i giornalisti che mi stanno molestando sotto casa, ti prego è invivibile così... mia mamma piange, mio fratello e L. (il compagno della madre, ndr) pure, ti prego fallo per Marco (nome di fantasia del primo figlio di Impagnatiello, ndr). Lo sai quanto è legato a te. Siamo al quarto giorno oggi, finiscila con questa storia e batti un colpo. Ti supplico". Diciassette ore dopo, Impagnatiello crollerà davanti al pm: "L’ho uccisa io".