Giorgio
Comaschi
omplimenti signorina, lei è vestita molto bene". Niente. Non si può più dire. Non ridete, per favore. È vero. Succede in Olanda, paese che, da sempre, è stato il massimo della trasgressione: pornoshop, locali a luci rosse, il sesso dritto per dritto per tre e quattordici. Si andava ad Amsterdam, da ragazzi, per fare quello che qui non si poteva fare. Adesso l’Olanda si è inventata il commissario al #MeToo, quel movimento che ci dice quello che non si può più fare, e addirittura vieta al Principe Azzurro di baciare Cenerentola per risvegliarla, perché lei non ha dato il consenso. Siamo a livelli galattici. Jessica Rabbit è troppo svestita, la Mami di via col vento non va bene perché è di colore, eccetera. Ad occuparsi di molestie a luci rosse (il fischio in strada, quando passa una donna, è una molestia a luci rosse) sarà una certa Mariette Hamer. Il ministro olandese ha poi detto che bisogna sviluppare una cultura sicura nei luoghi di lavoro "ad esempio non si può fare a una nuova collega i complimenti per come è vestita". Siamo a posto. Pensiamo al genere (si può di dire genere?) femminile (si può dire femminile?) che va candidamente a fare shopping, cercando l’abito giusto, elegante, per piacere a chi le sta intorno e che non vede l’ora che qualcuno la osservi con ammirazione e che magari le esprima un apprezzamento sulla scelta dell’abito. Una cosa tipica femminile (si può dire tipica?). E all’uomo? Si può dire all’uomo (ma si può ancora dire uomo?), per la parità di diritti, che è vestito bene? Evidentemente no, se c’è una bilancia di diritti. Perché all’uomo si può dire e alla donna no? In quanto uomo, mi sentirei molto offeso se, entrando in ufficio, una donna mi dicesse che ho una bella giacca. Perché non è "una cultura sicura nei luoghi di lavoro". Si può dire che ci sono apprezzamenti e apprezzamenti? Modi e modi di esprimere un giudizio? Che esiste un’eleganza, un’educazione ed esiste una maleducazione? O non si può dire?