
Le Brigate israeliane, circa 30mila uomini tra truppe corazzate e meccanizzate, hanno tagliato in due la striscia di Gaza, stringendo in una morsa Gaza City. Da nord, lungo il mare, la 81° brigata Givati ha sfondato la prima linea di difesa ed è penetrata per ben 5 chilometri, a nord est la settima brigata corazzata è entrata per un chilometro e mezzo fino ai margini di Geit Hanoun, mentre al centro della Striscia, poco a nord della ’zona di evacuazione’ dichiarata dagli israeliani, la 401° brigata corazzata ha ragiunto il Mediterraneo chiudendo in una enorme ’sacca’ circa un milone di civili e il grosso delle forze di Hamas.
Ovviamente questo ha avuto un costo. I militari israeliani delle Idf uccisi nei due ultimi giorni di scontri sono saliti ieri a sedici, 11 dei quali della brigata Givati e 2 della settima brigata. "L’esercito sta ottenendo significativi risultati nelle operazione di terra nella Striscia ma sta pagando un duro prezzo". Lo ha detto il ministro della difesa Yoav Gallant. "Stiamo dispiegando – ha aggiunto – forze su larga scala nel profondo della Striscia. L’esercito sta lavorando per scoprire la rete sotterranea di tunnel di Hamas e i risultati sul campo sono sono molto alti". Le vittime tra le forze di Hamas sono stimate dagli israeliani nell’ordine di 100-150 negli ultimi due giorni. Tra loro, sostiene Idf, Muhammad Asar, il capo dell’unità missilistica anticarro di Hamas nella Striscia di Gaza. Domani il segretario di Stato Anthony Blinken tornerà in Israele, Giordania ed Egitto, obiettivo è anche premere su Benjamin Netanyahu perché siano rispettate le leggi di guerra e lavorare per gli ostaggi, se del caso anche mettendo a disposizione forze speciali. Da due settimane e mezzo 4 team di Delta Force e Seals sono in Israele, nel caso serva un blitz, e nei paesi vicini o in mare sono pronte anche forze speciali inglesi, francesi e tedesche. Ma allo stato è una disponibilità teorica, non sapendo dove sono gli ostaggi. La realtà è l’offensiva di terra.
"L’esercito israeliano è probabilmente riuscito a tagliare in due la Striscia, isolando l’area delle operazioni terrestri principali coincidenti con Gaza City, dove continueranno i principali scontri – osserva il generale Luigi Chiapperini –. L’offensiva di Tsahal si sta sviluppando sulla base della dottrina di un esercito regolare che affronta in una guerra asimmetrica milizie armate come quelle di Hamas e della Jihad islamica palestinese: invito ai civili a dirigersi nella parte meridionale della Striscia, penetrazione iniziale da nord e al centro della Striscia verso il mare per isolare Gaza City lungo le principali vie di comunicazione, allargamento successivo delle operazioni a tutti i quartieri per tentare di salvare gli ostaggi e liberare la città dai terroristi sia sulla sua superficie che nel dedalo delle gallerie nel sottosuolo".
"Una volta raggiunto questo obiettivo – prosegue Chiapperini, che fu comandante dei Lagunari e dei contingenti nazionali Nato in Kosovo e Onu in Libano nel 2006 e in Afghanistan tra il 2012 e il 2013– verosimilmente gli israeliani inviteranno i civili a tornare nella parte nord per poi attaccare i gruppi armati a sud della Striscia". "Si tratta – conclude il generale che è membro del Centri studi esercito – di operazioni ineludibili e molto complesse che stanno causando e continueranno a provocare vittime: terroristi, israeliani, ostaggi e civili. Al momento però non si intravedono alternative per gli israeliani. Continuare solo con attacchi aerei e missilistici non è risolutivo e causa più vittime ancora".